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Quella cena con Lanzalone. Ecco perché Casaleggio non dice la verità

by La Redazione
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Roma, 17 giu – “Certo, sono andato a una cena l’altro giorno e ho trovato anche Lanzalone ad un altro tavolo e l’ho salutato”. Davide Casaleggio minimizza con Repubblica Tv, a margine dell’evento romano organizzato dalla piattaforma Rousseau al Gianicolo. Al giornalista che gli chiedeva se avesse partecipato ad una cena con l’ex presidente di Acea, Luca Lanzalone, ai domiciliari perché coinvolto nell’inchiesta sullo stadio della Roma, dove si sarebbe discusso anche di nomine, il presidente dell’associazione Rousseau ha risposto: “No, io non mi occupo di nomine“.
“Sono molto fiducioso nel modo in cui il Movimento 5 Stelle gestisce le situazioni problematiche”. Parnasi? “No, non l’ho mai incontrato”. Lanzalone? “Io l’ho conosciuto dopo la sua esperienza a Livorno dove ha fatto un ottimo lavoro e per quello è stata una scelta naturale fargli portare avanti un’attività su Roma”. La cena insieme in un ristorante del centro? “È vero, ero nello stesso ristorante l’altra sera dove era Lanzalone ma lui era a un altro tavolo e l’ho salutato”, ha ripetuto.
Secondo Casaleggio, quindi la conoscenza è “solo di sfuggita”, ed è frutto della segnalazione del sindaco di Livorno Filippo Nogarin, per il quale il super consulente del sindaco di Roma Virginia Raggi lavorò con profitto sull’emergenza rifiuti. Sempre secondo Casaleggio, l’incontro in un ristorante del centro la sera prima dell’arresto è stato del tutto casuale.
Come è noto, l’ex presidente di Acea Lanzalone è accusato dai giudici romani di un episodio di corruzione per avere ricevuto dall’imprenditore Luca Parnasi la promessa di consulenze per il suo studio legale per circa centomila euro. La vicenda è quella dello stadio della Roma, l’avvocato genovese fu chiamato a Roma dai vertici del M5S per gestire il progetto e per mediare tra Campidoglio e la Eurnova del costruttore Parnasi (“Nella mia vita non ho mai compiuto nulla di illecito, respingo con forza ogni addebito”, ha detto l’avvocato davanti al gip, Maria Paola Tomaselli, durante l’interrogatorio di garanzia).
I giornali in realtà danno un’altra versione della vicenda: Casaleggio avrebbe mentito. Per Repubblica, “la cena del 12 giugno in quel ristorante di corso Vittorio, a pochi passi dal Senato e dalla casa di cui l’associazione Rousseau ha preso possesso a Roma, era un evento a pagamento organizzato dall’associazione Gianroberto Casaleggio e dalla start up MioWelfare. Sessanta invitati, Lanzalone compreso. Che sarà anche stato a un tavolo diverso da quello del manager, ma certo non era lì per una casualità. Anzi, ha versato come tutti l’obolo di settanta euro a testa per una serata di confronto sul tema: “Innovazione tecnologica e occupazione: quale futuro per il welfare post-ceto medio?”.
Tra gli ospiti non c’erano soltanto politici, riporta il quotidiano romano. “Venivano soprattutto, come Lanzalone, da quel mondo delle imprese interessato ad accreditarsi con Davide Casaleggio, che finanzia così l’associazione dedicata al padre (dei cui soci non esiste un elenco pubblico). Ma che porta a tavola esponenti del governo e di Rousseau. In un groviglio di interessi incrociati e a rischio di conflitto”. Non un incontro casuale, ricostruisce Repubblica, ma evidentemente organizzato dall’associazione Rousseau e al quale sono interventi uomini politici e manager di area, andati lì proprio per incontrare Casaleggio. Una cena in cui si è parlato anche di nomine negli enti e nelle aziende di Stato (Lanzalone è stato fino al giorno dell’arresto in lizza per la presidenza della Cassa depositi e prestiti).
Anche per il Corriere della Sera la versione di Casaleggio non convince. “Tutto il ristorante viene prenotato da un’agenzia, per conto dell’associazione Gianroberto Casaleggio, fondata nel 2017 dal figlio Davide, dalla moglie Sabina e dall’amico Roberto Giacomelli. Associazione culturale ben inserita nella galassia del Movimento, tanto che è la promotrice di Sum a Ivrea, la «Leopolda» dei 5 Stelle. Racconta il patron del ristorante Alessandro Pipero: «È vero quello che dice Casaleggio. Era seduto a un altro tavolo rispetto a quell’altro signore. Di cosa parlavano? Non mi pare di politica, si parlava di informatica e di futuro».
Sempre il Corriere si chiede “come ci sia finito Lanzalone in quella serata, che aveva lo scopo di raccogliere fondi, non è chiaro. Ma si può intuire. Perché in M5s godeva di grande credito. Potrebbe essere stato invitato ma potrebbe essersi anche «imbucato». Perché, come spiegano molti ora, Lanzalone aveva il vizio di mettersi in mostra e di «millantare credito». Comunque sia, quella sera non era certo finito per caso a gustare il maiale patate e liquirizia di Pipero (prezzo medio di una cena stellata, 200 euro). Del resto, è noto quanto labili e confusi siano i confini tra il Movimento 5 Stelle, la Casaleggio associati, l’associazione Rousseau e gli altri pianeti della galassia. Nel dubbio, Lanzalone frequentava un po’ tutti, con reciproca soddisfazione (fino all’arresto)”.
Il Partito democratico, infine, non perde occasione per attaccare i 5 Stelle. “Da Davide Casaleggio è arrivata una bugia grande come uno stadio sui suoi rapporti con l’avvocato Lanzalone, arrestato per corruzione“, accusa il deputato dem Michele Anzaldi, “Ha detto di averlo incontrato per caso a cena martedì scorso, ‘era seduto a un altro tavolo’, ma a quella cena lo aveva invitato proprio lui! Perché ha mentito? Cosa ha da nascondere il padrone della Casaleggio Associati e della Fondazione Rousseau? È opportuno che su questo i magistrati facciano piena luce, a incastrare Casaleggio ci sono i video con le sue parole bugiarde”.

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Cesare 18 Giugno 2018 - 1:26

Menzionare il fango buttato da Repubblica e Corriere della Sera come verità assoluta è un po’ troppo.Che poi la Casaleggio Associati si faccia pagare 300 euro al mese da ogni parlamentare 5 stelle(sono piu’ di 100 quindi trattasi di oltre 30 mila euro al mese di soldi dello stato presi per vie traverse) è ovviamente uno scandalo come lo è l’assenza di trasparenza su chi effettivamente muove le fila dei grillini e i loro voti on line.

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