Pordenone, 12 apr – Ingresso in Italia con documenti falsi, costo: seimila euro. Era questo il “tariffario” di una banda di ghanesi che faceva arrivare clandestinamente in Italia immigrati africani. “È l’ennesima dimostrazione che l’immigrazione illegale e disordinata è un business da sradicare“, ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Ecco come funzionava il sistema
Un arresto, quattro indagati e perquisizioni è il bilancio di un’operazione della polizia di Pordenone che ha interessato la locale comunità ghanese. L’organizzazione era in grado di far arrivare in Italia e nei Paesi dell’Unione europea i clandestini, occupandosi di fornire i documenti falsi, dai visti ai passaporti, per assicurarne l’ingresso illegale. Un sistema gestito da almeno due anni da un ghanese che viveva a Pordenone con regolare permesso di soggiorno, riferimento per la propria comunità, in grado di far giungere dal continente africano connazionali senza i requisiti di ingresso, con tariffario di seimila euro, escluse però le spese per il viaggio aereo. I pagamenti illeciti venivano effettuati tramite i circuiti internazionali di money transfer, somme autoriciclate in Ghana attraverso investimenti immobiliari.
La tratta di esseri umani Accra-Istanbul-Bologna
Gli inquirenti hanno riscontrato una vera e propria tratta di esseri umani sulla rotta Accra-Istanbul-Bologna, ma anche Parigi o Amsterdam oltre che aeroporti dislocati in altri Paesi dell’Unione Europea. Il gip del Tribunale di Pordenone ha emesso una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del capo del gruppo, un 30enne ghanese residente in provincia di Pordenone, operaio i n un’azienda che produce mobili: è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina pluriaggravato in concorso. Altri quattro ghanesi sono indagati per lo stesso capo d’imputazione, mentre il titolare di una ex agenzia di viaggi è stato sottoposto a perquisizione domiciliare, sempre disposta dalla procura di Pordenone.
Ludovica Colli
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