Roma, 14 mar – Per combattere la siccità si potrebbe utilizzare l’acqua di mare (ovviamente distillata). Come riporta Tgcom24, la proposta viene da Venezia, ma è stata lanciata anche da altre città come Genova.
Siccità, depurare l’acqua di mare per combatterla
A parlarne è stato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che si è espresso nel merito così: “Abbiamo una risorsa alla quale non dobbiamo più guardare distrattamente. Non escludo l’impiego di impianti di desalinizzazione per l’acqua di mare”. L’idea è dunque di contrastare la siccità impiegando l’acqua di mare distillata, un sistema che viene oggi adottato in 183 Paesi nel mondo, con strutture di circa 16mila impianti. I dati sono
dell’International desalination association. Zaia prosegue così: “Lo fanno città come Dubai dove ci sono giardini, palme e tutto ciò è sostenuto dalla desalinizzazione”. Va detto che Dubai, forse, non è l’esempio adatto, data la sua struttura fortemente “artificiale” con tutto ciò che ne consegue in termini di costi. In ogni caso, il ragionamento potrebbe avere un suo senso, e che ci sia da riflettere sui costi lo ammette lo stesso presidente: “Bisogna capire quanto ci costerà il bilancio energetico, perché trasformare l’acqua salata in acqua dolce richiede energia. Ma se riusciamo, anche con le fonti rinnovabili, a mettere in piedi un sistema che ci porta ad un’economia circolare, perché no?”.
La pioggia resta la salvezza
Il presidente del Veneto ha anche aggiunto: “Ci stiamo lavorando, ho sempre la speranza che arrivi la pioggia, ma nel frattempo faccio un appello ai veneti affinché non sprechino risorse idriche. Si eviti di innaffiare giardini e cose simili. Non voglio arrivare a consigliare di tenere in considerazione quante volte si deve usare lo sciacquone, come ha fatto qualcuno, ma si capisce da soli che meno acqua usiamo meglio è.
Alberto Celletti
1 commento
L’ acqua è uno dei pochi input fondamentali per la ns. buona sopravvivenza.
Bisognerebbe avere prima chiaramente in testa le possibili e necessarie finalità di utilizzo
(dal sano, vero potabile, sino all’ uso prettamente tecnico), per poi decidere tutte le opere realmente fattibili. E non il contrario come al solito.