EDIT: Oggi è previsto un tavolo di confronto in Figc tra Tavecchio e le componenti del governo del calcio. Alla fine ci verrà probabilmente spiegato che il contratto di Ventura è in via di risoluzione e che intanto si andrà avanti con le riforme. Probabilmente Gigi Di Biagio passerà alla nazionale maggiore dall’Under 21 per le due prossime amichevoli di primavera con Inghilterra e Argentina, in attesa di un big da piazzare sulla panchina, un po’ come era stato fatto con Conte, salvo poi farlo scappare. In ogni caso, il Coni non ha i mezzi per farlo fuori. Potrebbe farlo, se volesse, il Consiglio Federale, ma sono tutti allineati e la Lnd che ha i voti non lo farà per riconoscenza. Inoltre Tavecchio ha sempre l’appoggio scandaloso dei grossi club, a cominciare dalla Juve.
Roma, 14 nov – Adesso che l’Italia è fuori dal Mondiale dispiace. Ma dispiace soprattutto per i giocatori e il ct. Ventura. Dispiace un po’ anche per la passione della gente che nel momento del bisogno ha riempito San Siro dimostrando che il calcio “tira” ancora, nonostante in questo Paese stiano facendo di tutto per distruggerlo. Non ci sono piaciuti i fischi all’inno nazionale svedese e questa è la solita mancanza di valori e di cultura sportiva. Dispiace meno, molto meno per i Padroni del calcio italiano, per il presidente federale Tavecchio e per la Lega di serie A; il primo, a nostro avviso il maggior responsabile della disfatta, proprio per il ruolo apicale occupato, non ha fatto nulla per far crescere e difendere il Prodotto Calcio e la Nazionale; molti club invece hanno addirittura osteggiato le convocazioni azzurre e la crescita del movimento rifiutandosi di concedere giocatori per gli stage supplementari, non collaborando mai alla crescita reale per fare le riforme necessarie: regolamentazione del numero degli stranieri nei settori giovanili a tutela dei calciatori italiani, le squadre B per non disperdere il patrimonio dei giovani, la disponibilità a creare interazione tra gli allenatori dei club e quello della Nazionale.
Tutti problemi già denunciati da Antonio Conte che per queste ragioni decise di non rinnovare il contratto. Adesso sarà molto probabilmente l’addio di Ventura, secondo la clausola in favore della Federazione che prevede la rescissione del contratto rinnovato fino al 2020 in caso di mancata qualificazione a Russia 2018. Ma, in parallelo, invece non crediamo che il presidente Tavecchio abbia intenzione di dare le dimissioni come fece dopo i mondiali in Brasile il suo predecessore Giancarlo Abete dopo l’addio di Cesare Prandelli. Tavecchio è un collezionista di potere ed un abile stratega ma i fatti dimostrano che in questi anni, specie con il secondo mandato, ha pensato più a consolidare il suo ruolo piuttosto che a far crescere il Movimento; non saranno certo un po’ di Centri Federali sparsi sul territorio per dire che sono state avviate delle riforme. Tavecchio è stato più bravo a farsi eleggere presidente seguendo il filo rosso del potere di allora rappresentato da Galliani e Lotito, invisi alla Juve che intanto progettava per vincere e costruire, dopo aver occupato lo scranno più alto della Lega Nazionale Dilettanti. Poi, quando è stato il momento delle nuove elezioni, ha fiutato l’aria, si è avvicinato sorprendentemente ad Andrea Agnelli che stava facendo cause milionarie alla Figc per il danno degli scudetti sottratti, ha depotenziato la figura di Lotito ed ha battuto la concorrenza di Abodi, facendo ritirare dalla corsa l’ambizioso Gravina.
L’Italia è fuori dal Mondiale e la cosa non sarebbe un dramma se ci fosse la certezza che dalle ceneri il Palazzo avesse la voglia e la dignità per ricostruire. Come hanno fatto il Belgio verso la fine degli anni ’80 e la potente Germania dopo le delusioni del Mondiale ’98 in Francia. Investimenti, progetti mirati, difesa del prodotto finale che è la Nazionale. Invece temiamo che da adesso in avanti la maggior parte del tempo si consumerà dentro a sotterranee guerre di Palazzo alla conquista e alla conservazione del Potere. Tavecchio sembra intenzionato a resistere nonostante il Coni di Malagò e la Politica, con il ministro dello Sport Lotti non siano suoi accaniti sostenitori. Malagò vedrebbe di buon occhio in Figc l’attuale presidente della Lnd Cosimo Sibilia. Ma la partita è appena cominciata. E, come sempre, ci rimetterà quasi certamente il calcio italiano.
Adesso non serve a molto rileggere troppo da vicino gli aspetti tecnico-tattici di Italia-Svezia. Rispetto alla gara di andata la Nuova Italia con l’inserimento di Jorginho, Gabbiadini e Florenzi per Verratti, Belotti e De Rossi è stata più reattiva; dopo un avvio bloccato ha dato tutto quello che poteva dare.
Poco se, in effetti, in due gare non è riuscita a fare un gol ad una squadra magari modesta tecnicamente ma molto forte sul piano fisico e agonistico. E che ha fatto il catenaccio puro. Non c’è nemmeno la controprova che l’esclusione molto contestata dalla critica di Insigne sia stata in qualche modo determinante. Ventura e la squadra hanno fatto quello che potevano in un contesto istituzionale che, nei fatti li ha lasciati soli, in mezzo alle macerie; in pratica hanno dovuto remare da soli. La Vecchia Guardia ha poi pilotato il citti verso il 3-5-2 perché si sentiva più protetta ma non ha convinto l’allenatore fino in fondo. Poi c’è stata l’imposizione da parte della Figc della convocazione di Jorginho anche in ossequio al nuovo modulo e Ventura si è adeguato mettendolo in campo al posto dello squalificato Verratti: sono stati anche costretti ad aggrapparsi ad un oriundo brasiliano, preziosa pedina del Napoli, ma non certo molto considerato dal suo Paese, pure se giocatore di gran qualità e geometrie. Ventura non sarà più l’allenatore della Nazionale, il pasticciaccio brutto di Tavecchio, che di recente gli aveva rinnovato il contratto, è la ciliegina sulla torta di una gestione federale negativa. Il numero uno della Figc passerà alla storia come il presidente che non ha portato l’Italia al Mondiale.
L’unica volta era stato nel 1958 con l’eliminazione di Belfast, sconfitti 2 a 1 contro l’Irlanda del Nord. La Svezia non si qualificava per un Mondiale da 8 anni. Alla vigilia del match di San Siro qualcuno sospettava che Ventura avesse potuto lasciare anche in caso di approdo al Mondiale. Ed erano partiti i contatti sotterranei e cautelativi con Ancelotti per chiedergli la disponibilità a tempo fino in Russia. Ipotesi che adesso cominceranno a frullare ancora più vertiginosamente, in mezzo alle solite guerre di lobby e di potere. Intanto nella notte di San Siro si è consumato ufficialmente l’addio di tre mostri sacri come Buffon, in lacrime, Barzagli e De Rossi; Chiellini ci sta pensando. Di buono però ci sono i tanti giovani pronti. Basterebbe smetterla di lasciarli soli.
Paolo Bargiggia
3 comments
Mi sa che avesse ragione Churchill: gli italiani perdono una partita come fosse una guerra e una guerra come fosse una partita… gli unici responsabili sono solo i giocatori, strapagati per tirare calci a un pallone (noi in un’intera vita quando vedremo mai tutti i soldi che prendono loro?), tronfi, pieni d’arroganza, si mostrano nei gossip con donne bellissime facendo la bella vita… confesso che vedere Buffon-e piagnucolare come un poppante è stata una goduria. Si faccia consolare dalla D’Amico
Condivido pienamente, promesse mai mantenute di riforma del settore e incredulitá nei giochi di potere che verranno da qui a un domani..ma nessuno ha il potere di azzerare il tutto e ripartire da basi solide? Dobbiamo sempre concludere con il ” siamo in Italia”, mi auguro di no.
L’ultimo commento su Facebook a questo articolo ha centrato in pieno le cause del declino tecnico della Nazionale italiana di calcio.