Roma, 22 ott – Passata la settimana azzurra, ci rituffiamo nel campionato di Serie A. Sebbene sia solamente ottobre, la corsa allo scudetto numero centoventi sembra infiammarsi lungo l’asse Milano-Torino, retta sulla quale – tra le altre cose – hanno viaggiato finora qualcosa come settantaquattro tricolori. In ottica di altissima classifica gli anticipi giocati ieri ci introducono quindi al corpo della nona giornata con il successo dell’Inter in terra granata. Ora il Biscione (22 punti) guarda momentaneamente tutti dall’alto. Divise da quattro lunghezze invece – 21 contro 17 – nel posticipo di questa sera Milan–Juventus, protagoniste di una grande classica del calcio italiano, andranno a delineare meglio l’ordine provvisorio del gruppo di testa. Per i rossoneri è il secondo scontro diretto della stagione, gli uomini di Allegri invece sono alla prima prova con una compagine (graduatoria alla mano) da zona Champions.
Assenze che pesano
Iniziamo dagli assenti di Milan-Juventus. La capolista virtuale accoglierà la Vecchia Signora con due defezioni alquanto importanti. Oltre al lungodegente Bennacer – il centrocampista magrebino non rientrerà prima di fine anno solare – non ci saranno infatti né il propositivo Theo Hernandez né la saracinesca Maignan. Vittima del meccanismo della diffida il primo, espulso nel concitato finale ligure di due settimane fa il portiere transalpino. Fuori causa anche Sportiello: il dodicesimo del Milan ha riportato una lesione muscolare. Giocherà quindi il terzo portiere Mirante, quaranta primavere e lontano dalla titolarità per due anni e mezzo. A differenza di Florenzi – giocherà lui basso a sinistra – una bella incognita. Per quanto riguarda gli ospiti, toccati comunque dalla questione Fagioli, dietro mancherà causa infortunio capitan Danilo. Davanti Chiesa ha lavorato per forzare i tempi di recupero ed esserci, almeno in panchina. Ci sarà quindi bisogno del miglior Vlahovic – al suo fianco più Milik del fumoso Kean.
Lo stato di forma di Calabria e soci
Ad esclusione del tonfo nel derby – il 2023 ha certificato che l’undici rossonero soffre estremamente il modo di giocare dell’Inter di Simone Inzaghi – fin qui in campionato il Milan non ha sbagliato praticamente un colpo. Andata sotto solamente a Cagliari (il Diavolo comunque aveva compiuto la rimonta già al termine del primo tempo), la compagine meneghina è riuscita spesso e volentieri ad amministrare il vantaggio senza difficoltà. Successo rotondo a Bologna, goleada al Torino, bella affermazione nella Roma giallorossa – dove la marcatura subita è arrivata a tempo ampiamente scaduto. Più tirati i punti conquistati di misura con il Verona e a Genova. Convincenti – e qui saliamo di livello – quelli messi a referto nel 2-0 alla Lazio.
Qualche passo falso di troppo per i bianconeri
Spera di accorciare sulla testa della classifica invece la Juventus. Dopo il promettente tris all’esordio in quel di Udine la banda orchestrata dall’ex di turno Locatelli ha subito steccato nel successivo impegno casalingo (con il Bologna è terminata 1-1). Bene a Empoli e contro la Lazio, da incubo la prestazione di fronte al Sassuolo ammazza grandi. Ma da lì in avanti la retroguardia bianconera sembra essersi registrata: porta inviolata – l’allora lanciatissimo Lecce, la sempre temibile Atalanta, il sentito derby della Mole – e sette punti conquistati sui nove disponibili.
Milan-Juventus: i punti nevralgici
Si parla sovente – lo fa anche chi scrive – dell’importanza della famosa “colonna vertebrale” (portiere, difensore centrale, regista, centravanti). Oppure di come il centrocampo sia per davvero il reparto nevralgico nel quale si vincono, o si perdono, le partite. Milan–Juventus sarà invece una gara che, con ogni probabilità, si vincerà lungo le corsie laterali.
Pulisic e Leao sono i giocatori che con i loro strappi più si addicono a colpire l’avversario di turno. Anche una difesa coriacea come quella juventina. Per le due ali finora un totale di sette reti e cinque assist, vale a dire averci messo lo zampino nella quasi totalità dei gol rossoneri. Ma se la Vecchia Signora – immaginiamo catechizzata a dovere dal pragmatico Allegri – riuscisse a restringere all’osso lo spazio vitale dell’americano e del portoghese? Ecco che nel pacchetto di esterni bianconero – ci riferiamo in particolare a Weah e Kostic, sempre che vengano utilizzati, anche a partita in corso – c’è tutto il potenziale per poter fare la differenza. A maggior ragione date le caratteristiche di Calabria e Florenzi – tra i pochi connazionali in campo – molto validi in impostazione, (un po’) meno nei compiti di copertura. La classica del calcio italiano passerà anche dai loro piedi.
Marco Battistini