Home » “Merito, orgoglio, identità”. Azione Studentesca sotto il Miur per la scuola del domani

“Merito, orgoglio, identità”. Azione Studentesca sotto il Miur per la scuola del domani

by Sergio Filacchioni
0 commento
Azione Studentesca

Roma, 21 ottobre – Questa mattina circa trecento tra studenti e militanti di Azione Studentesca si sono ritrovati sotto il Ministero della pubblica istruzione in Viale Trastevere per portare in piazza proposte e rivendicazione di una generazione di studenti che non vuole avere nulla a che fare con le macchiette sessantottine o vittimiste che spesso vengono affibbiate alle nuove generazioni.

Azione Studentesca: merito, orgoglio, identità

Nel corso della manifestazione, scandita dalle voci degli studenti intervenuti sotto il palazzo del Miur che hanno intonato cori e canti – dall’Inno di Mameli al classico “Avanti ragazzi di Buda” – il movimento giovanile ha presentato il suo programma: dalla rivoluzione dei famigerati PCTO (alternanza scuola-lavoro), alle proposte per riscoprire la storia d’Europa con viaggi e premi per gli studenti meritevoli; dalla riforma della rappresentanza studentesca alla battaglia storica per la tutela al diritto allo studio passando per una maggiore valorizzazione dello sport. I ragazzi con la bandiera gialla e la croce bretone hanno voluto dimostrare la capacità di coniugare piazza e proposta, incontrando il Sottosegretario all’istruzione Paola Frassinetti che si è detta interessata alla manifestazione studentesca e pronta a sostenerne le proposte.

Parla il presidente Riccardo Ponzio

A margine della manifestazione, che ha visto un notevole dispiegamento di forze di sicurezza, abbiamo rivolto alcune domande a Riccardo Ponzio, presidente nazionale di AS, presente sul posto.

È passato esattamente un anno dall’insediamento di Giuseppe Valditara qui a Viale Trastevere: che bilancio tracciate?

Sicuramente l’insediamento di Valditara al Ministero ha significato un riportare certe parole come “merito” al centro del dibattito politico non solo scolastico ma anche italiano in generale. Questo è stato sicuramente un pregio. C’è ora bisogno di far si che queste parole e tutte quelle che sono le nostre proposte storiche della destra giovanile ma anche della destra politica arrivino al Governo, arrivino ad essere veramente portate avanti anche dal Governo Meloni e da Giuseppe Valditara.

Spesso il mondo della destra – termine molto ampio che include anche giornalisti e televisione – sembra essere sordo a ciò che accade nel mondo studentesco, vuoi perché è visto come un “feudo” di sinistra, quindi tuttalpiù da biasimare, vuoi per un effettivo distacco generazionale. Cosa dicono invece gli studenti di destra, cosa c’è che non va nell’istruzione italiana e nel mondo giovanile?

Io penso che noi veniamo da una narrazione improntata molto sul mito del ’68 e dei suoi residui, quindi una scuola che viene vista come un feudo della sinistra. Questo non è vero e noi lo dimostriamo ogni giorno: l’abbiamo dimostrato questa mattina portando centinaia di studenti in piazza; lo dimostriamo ogni giorno vincendo le consulte studentesche, provinciali, regionali e fin tanto vincendo anche l’UCN con il nostro coordinatore militante di Sassari. Quindi questa narrazione è un po’ fuori dalla realtà e serve a far gioco a chi vorrebbe uno scontro generazionale tra sinistra e destra che invece non esiste.

Spesso sentiamo queste parole, “orgoglio-merito-identità” svuotate del loro significato da chi vorrebbe demonizzarle a prescindere. Che valore gli attribuite voi? Perché le ritenete importanti per studenti e giovani?

Secondo noi la scuola deve essere un momento di formazione per l’italiano e il cittadino del domani. Quindi, l’orgoglio di avere una propria dimensione anche individuale, di appartenere ad una certa storia e ad una certa identità, che la scuola deve riuscire ad insegnare sia a livello locale che a livello nazionale ed europeo. Per questo noi proponiamo dei concorsi che portino i ragazzi a visitare quei luoghi fondanti della storia d’Italia e d’Europa: il Sacrario di Redipuglia oppure la tomba di Jan Palach a Praga.

In Italia va molto in voga la narrativa emergenziale, cioè si scopre un problema solo se fa notizia: è il caso dell’alternanza scuola-lavoro scoperta dall’opinione pubblica solo dopo una tragica scia di morti giovanissime. In realtà i percorsi di alternanza risalgono già alla Riforma Moratti e Gelmini ma messi a regime solo nel 2015 dal Governo Renzi: cosa c’è che non va in questo sistema? È da rivedere in maniera integrale o va solo puntellata?

Noi crediamo che dietro all’alternanza ci possa essere un principio positivo, cioè quello di portare gli studenti anche a vedere cosa c’è dopo la scuola. Noi proponiamo una riforma totale, anzi di rovesciare l’attuale modello dei PCTO. Proponiamo quindi di trasformalo in un orientamento universitario per gli studenti dei licei, e trasformarlo in uno stage che possa poi portare ad un inserimento nel mondo del lavoro attraverso delle partnership con aziende del territorio, andando oltre gli accordi con le multinazionali – per quanto possibile rifiutandoli e chiudendoli – e che possa permettere ad un ragazzo che esce da un istituto professionale o tecnico di entrare direttamente nel mondo del lavoro.

La Redazione

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati