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Firenze, l'inaccettabile guerriglia senegalese e lo Stato con il machete alla gola

by La Redazione
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Firenze, 6 mar – L’omicidio di un ambulante senegalese commesso da un folle simpatizzante comunista a Firenze ha portato all’attenzione di tutti un fenomeno preoccupante di cui si era già trattato. La protesta inscenata da un numeroso gruppo di uomini della comunità senegalese fiorentina, accompagnati da alcuni appartenenti all’area politica dell’omicida, ha immediatamente fatto tornare alla mente le rivolte che con scadenza quasi quotidiana attraversano le banlieu parigine o la periferia londinese. L’Italia si sta forse allineando al ben poco invidiabile status quo di altri paesi europei in fatto di violenze perpetrate da immigrati? Quello che si è visto per le strade del centro di Firenze la sera del 5 marzo è un segnale inequivocabile di assenza dello Stato. Di fatto si è svolta una manifestazione non autorizzata che è ben presto degenerata in vandalismo gratuito e tafferugli. Curioso come nel pieno centro storico di una delle gemme d’Italia un gruppo di uomini possa fare il bello e cattivo tempo nella più totale impunità. L’intervento delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa è apparso di fatto tardivo.
Come tutte le azioni di questo genere c’è una regia e risponde al nome di Pape Diaw, che è stato per anni portavoce della comunità senegalese e di fatto parla a nome di tutti. Ciò che appare nel video pubblicato su internet è un soggetto in preda a farneticazioni che sfociano in rivendicazioni e minacce ben precise. Se questo è il presunto portavoce, resta da capire il grado di autocontrollo delle persone che rappresenta. Le quali hanno puntualmente dato il meglio di sé di lì a poco. Alla manifestazione non autorizzata hanno dichiarato che ne seguirà un’altra e non c’è alcun dubbio che questa verrà rinforzata dai fantocci dei centri sociali, pronti ad accorrere in aiuto dei “fratelli migranti”. Curioso corto circuito quello di un omicidio commesso da un comunista e di proteste animate nel nome dell’antifascismo. Sbaglierà chi vorrà vedere in questo un barlume di razionalità. È semmai in atto il tentativo ben preciso da parte di frange residuali dell’antifascismo di riconquistare il terreno perduto impiegando gli immigrati come “esercito di riserva”. Quel che manca ai tolleranti con la stella rossa sono il coraggio e la forza, pertanto non c’è niente di meglio che arruolare masse inconsapevoli di “fratelli migranti” per manipolarle a piacimento. Ma questo è un gioco pericoloso. Costoro dimenticano che anche Caino e Abele erano fratelli e quando gli immigrati mossi da parole d’ordine decise dal collettivo di turno si renderanno conto di poter fare da sé, allora i primi a vedersela brutta saranno proprio loro, quelli che pensavano di recitare la parte dei fratelli maggiori.
È infine importante realizzare appieno quale sia il senso ultimo di queste proteste. Le comunità di immigrati che operano in questo modo, cioè apertamente al di fuori della legalità ma in modo organizzato e unitario, mettono le basi per delle rivendicazioni che intendono far valere in quanto minoranze. Il ricatto è chiaro: “Se volete la pace sociale dovete darci quello che chiediamo” o, per ripete le parole di Diaw: “Sarà una guerra totale in questo paese”. Antifascismo, razzismo, intolleranza non sono che pretesti con i quali si punta a zittire chiunque non voglia cedere al ricatto e alle violenze. In questo il portavoce Diaw sembra essere pratico, pure nella sua rabbia incontrollata. Impunità genera impunità. Se le autorità dello Stato non sapranno fermare questo fenomeno sul nascere, ad esempio rimuovendo i portavoce inaffidabili, rimpatriando gli irregolari e controllando approfonditamente i rapporti intercorrenti tra comunità di immigrati e galassia dell’antifascismo militante, allora ogni città italiana rischierà di trovarsi con un machete puntato alla gola.
Francesco Boco

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6 comments

Alfredo 6 Marzo 2018 - 7:14

Insulti, devastazioni, oltraggi perpetrati sotto gli occhi di tutti, neanche un tentativo di repressione nei confronti di questi loschi individui….tutti capaci di riprendere le immagini col telefono di ultima generazione, mai nessuno che intervenga, almeno per protestare verbalmente.

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Firenze, l'inaccettabile guerriglia senegalese e lo Stato con il machete alla gola | NUTesla | The Informant 6 Marzo 2018 - 8:09

[…] Author: Il Primato Nazionale […]

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pinna luciana 6 Marzo 2018 - 8:31

schifo di Stato marcio

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Raffo 6 Marzo 2018 - 9:57

Animali e bestie,paese allo sbando, vergognosa figura di questore, prefetto e sindaco , servi della feccia nera………tutti maschi , tutti ben robusti , tutti venditori abusivi , tutti sul groppone di noi sudditi italiani……. I piddini anti italiani dovrebbero tenerla a casa loro questa indegna marmaglia , protetta e collusa con le zecche pidocchiose asociali. Pensate pure ai rigurgiti fascisti , aiutate pure gli invasori , già sono troppi i voti presi da questi sinistri anti italiani che ci stanno consegnando una merda di esistenza ……….auguri a voi e alla vostra indegna democrazia.

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ANTERO 7 Marzo 2018 - 8:04

Ai campi di lavoro, sine die … il lavoro rende liberi !

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luis r. 7 Marzo 2018 - 2:49

soprattutto il fatto che l’unico capace di riportare la calma sia stato solo l’IMAM, la dice lunga quale sia l’unica autorità da loro riconosciuta e rispettata

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