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Scontri di Cremona, colpo di scena al processo: "Emilio colpito dai suoi, non da CasaPound"

by Roberto Derta
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Roma, 7 mar – Ricordate gli scontri del 18 gennaio 2015 a Cremona fra militanti di CasaPound e antifascisti del centro sociale Dordoni? “Aggressione fascista”, fu l’accusa rilanciata su tutti i media nazionali, con tanto di illustri prese di posizione politiche. La verità venne a galla poco a poco: in un video registrato da una telecamera comunale si vedono infatti gli esponenti di CasaPound nei minuti precedenti allo scontro, davanti a un bar. I militanti di Cpi non hanno caschi né mazze e non danno alcun segno di stare per perpetrare un agguato. Sono i militanti del Dordoni, al contrario, che li aspettano nel parcheggio, armati. Insomma, l’aggressione fascista è stata in realtà una aggressione antifascista.
Adesso, però, nel corso della prima udienza del processo, emergono altre interessanti novità. Secondo una testimone ascoltata dal pm Lisa Saccaro, Emilio Visigalli, l’ex skinhead di destra diventato antifascista e ferito gravemente negli scontri, sarebbe stato in realtà colpito dai suoi stessi compagni. “Io non simpatizzo per nessuna fazione”, ha detto la donna, parlando davanti alla giuria presieduta da Giuseppe Bersani. Per poi continuare: “Volava di tutto, c’erano persone schierate da una parte e dall’altra, faccia a faccia. Quelle più vicine al centro sociale Dordoni indossavano caschi da motociclista e avevano mazze. Io ero dietro a quelli di CasaPound, che hanno agito con le mani. Ho visto quel signore (Visigalli, ndr) quando è stato ferito da uno dello schieramento del Dordoni. È stato centrato alla testa con la spranga da un ragazzo del Dordoni, che stava alla sua destra, leggermente indietro”. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Emilio Visigalli, insieme ad alcuni suoi compagni, avrebbero premeditato l’aggressione, organizzando un raduno sul piazzale e armandosi preventivamente di mazze portate al Dordoni dagli otto antifascisti imputati.
L’allora dirigente della mobile di Cremona, Nicola Lelario, ha ribadito il contenuto dei filmati registrati dalle telecamere in zona: “Si vede un gruppo di persone di Casapound che dal bar si dirige al parcheggio del Foro Boario. Nessuna di loro aveva armi. Successivamente si vedono due persone che tornano velocemente al bar, avvertendo che era in corso una rissa. Dalla telecamera che inquadra l’angolo che porta all’ingresso del Dordoni si vede poi una nube bianca che si sprigiona e tutti cominciano a fuggire”. Quella nube, per il dirigente, è stata provocata dall’azionamento dell’estintore da parte di un esponente del Dordoni per fare in modo che Visigalli, ferito nello scontro, potesse essere portato all’interno del centro sociale. In aula, Lelario ha affermato che gli esponenti del Dordoni, schierati davanti al portone per provocare i militanti di Casapound, erano i soli ad essere travisati e armati di spranghe e bastoni. La verità, insomma, sta emergendo, anche se a riportarla sono solo i media locali. Per tutti gli altri, quanto accaduto a Cremona il 18 gennaio 2015 resterà sempre un’aggressione fascista in nome della quale chiedere scioglimenti di partiti e punizioni esemplari.
Roberto Derta

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3 comments

Tony 7 Marzo 2018 - 2:42

…..un regolamento di conti tra comunisti, scaricando la responsabilità su ”altri”..tipico dei vigliacchetti comunistelli…

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Tony 7 Marzo 2018 - 2:50

…..per abbracciare le ideologie, di qualsiasi genere, le quali nascono dal pensiero e quindi, ovviamente, dalla mente, non dovrebbero essere affrontate da certe persone, le quali, dovrebbero limitarsi a continuare il solo lavoro per cui sono adatti: come in questo caso…

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STRAMERDE E INFAMI 7 Marzo 2018 - 2:52

belle merde, hanno colpito tra l’altro un loro “amico” dando la colpa ai propri avversari politici peraltro da loro aggrediti.
che stramerde, che infamoni spero che la vittima possa testimoniare il vero.

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