Home » Altro che disparità: i giudici fanno già il lavoro sporco per la Schlein

Altro che disparità: i giudici fanno già il lavoro sporco per la Schlein

by Sergio Filacchioni
0 commento
Schlein

Roma, 2 mag – Mentre Elly Schlein continua imperterrita la sua campagna di vittimismo ideologico, denunciando presunte “disparità” nel trattamento tra manifestazioni antifasciste e commemorazioni della destra, i fatti raccontano tutt’altro. L’ultima uscita della segretaria del Partito Democratico – indignata perché una fornaia è stata identificata per uno striscione antifascista, mentre a Milano si sarebbe “tollerato” il saluto romano – si scontra frontalmente con la realtà giudiziaria italiana. Una realtà che, semmai, lavora già instancabilmente in favore della sua agenda.

Per Schlein è troppo o troppo poco?

A pochi giorni dalle sue dichiarazioni, la Procura di Roma ha chiesto il processo per 31 militanti di CasaPound, accusati di aver fatto il saluto romano durante la commemorazione di Acca Larentia, il 7 gennaio 2024. Non solo: sono stati identificati oltre cento partecipanti, grazie a video, fotografie e analisi certosine della Digos. È la stessa magistratura a scomodare leggi come la Scelba e la Mancino per contestare reati di “apologia di fascismo” sulla base di gesti simbolici avvenuti durante un momento di ricordo per i tre giovani uccisi nel 1978. Se questa è la “disparità” che denuncia la Schlein, qualcuno dovrebbe forse spiegarle cosa significhi davvero il termine. Perché in Italia, da anni, i tribunali si muovono in perfetta sintonia con i desiderata del Partito Democratico: ogni fiaccolata della destra è sotto osservazione, ogni gesto può diventare “reato”, ogni parola un potenziale caso giudiziario. Inoltre, non dimentichiamoci i centinaia di DASPO spiccati per la commemorazione del 2025. Un assurdo giudiziario, dal momento che esiste già una sentenza che di fatto esclude ogni ipotesi di reato in casi come quello di Acca Larenzia, e sulla base della quale gli imputati di diversi processi, a partire dalle commemorazioni di Sergio Ramelli a Milano, sono stati recentemente assolti. Eppure al Pd serve poter dire: “Identificate loro!”, come il bambino della classe che faceva la spia alla maestra.

Il paradosso permanente della sinistra italiana

Eppure, nel paradosso ormai permanente della sinistra italiana, neanche questo basta. La narrativa del pericolo fascista deve rimanere in piedi a tutti i costi. Anche se le procure fanno già il lavoro per loro. Anche se la magistratura è da decenni più sensibile ai valori dell’antifascismo militante che al pluralismo democratico. Alla Schlein non serve uno Stato che tollera. Le serve uno Stato che perseguita — ma evidentemente non abbastanza da zittirla.

Vincenzo Monti

You may also like

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati