Torino, 6 mag – L’andata della semifinale di Champions League contro il Real Madrid ha confermato la crescita esponenziale della Juventus di Massimiliano Allegri. Comunque vada la partita di ritorno, i bianconeri hanno dimostrato di poter banchettare al tavolo delle grandi.
I meriti di questa importante crescita vanno certamente condivisi tra società e guida tecnica, passata e presente. Non si possono infatti snobbare le scelte della società, capace di puntare su un allenatore circondato da forte scetticismo e di effettuare sempre mercati intelligenti e funzionali (si pensi a quello invernale, che ha portato a Vinovo Alessandro Matri e Stefano Sturaro); non si può dimenticare il lavoro fatto da Antonio Conte, che ha avuto il grosso merito di creare una mentalità vincente in un gruppo che era abituato ad ottenere risultati deludenti; ma allo stesso tempo, non si può non dare grossi meriti a Massimiliano Allegri.
La Juventus dell’allenatore livornese è una squadra molto diversa rispetto a quella guidata dall’attuale c.t della nazionale italiana. Certamente ciò che più viene messo in evidenza è il frequente cambio modulo, con il passaggio dal 3-5-2 al 4-3-1-2. Nonostante ciò, le differenze sono molto più profonde.
Per quanto riguarda la costruzione della manovra e, soprattutto, la preparazione della rifinitura, si può notare una minore rapidità e frenesia: la squadra di Allegri, infatti, ricerca una fase di possesso più ragionata e meno schematica.
In fase di costruzione la squadra ricerca il gioco corto, senza buttare mai via palla: l’obiettivo è quello di attirare gli avversari per liberare un uomo tra le linee di difesa e centrocampo avversari (prevalentemente Vidal o Tevez) o per eseguire un attacco diretto dietro l’ultima linea avversaria (prevalentemente con Morata).
In fase di preparazione la squadra esegue una continua alternanza del fronte di attacco per creare disorganizzazione nella difesa avversaria. Durante la preparazione della rifinitura, Morata allunga la squadra bloccando i difensori centrali avversari e lasciando la libertà a Tevez di muoversi tra le linee per poi attaccare gli spazi lasciati liberi dagli avversari. Così è nato il primo gol nella partita contro il Real Madrid: Tevez ha attaccato lo spazio creatosi tra Varane e Marcelo.
Anche la fase di non possesso della Juventus di Allegri è diversa rispetto a quella delle passate stagioni.
Intanto va notata la disposizione tattica, con passaggio al classico 4-4-2: durante la fase offensiva degli avversari, Vidal si abbassa accanto a Pirlo, Sturaro e Marchisio allargano la loro posizione.
Ciò che però risalta maggiormente è la capacità della Juventus di saper leggere le situazioni durante la gara, alternando momenti di grande aggressività, con pressing ben organizzato e chiamato principalmente da uno dei tre giocatori offensivi (immagine 1), a momenti di attesa, con l’intero blocco difensivo posizionato dietro la linea della palla (immagine 2).
Se la Juventus riuscirà a ripetere anche al Bernabeu la partita di ieri sera, dimostrando compattezza, concentrazione e tranquillità giuste, nessun risultato può esserle impossibile. La crescita è evidente, la curiosità su dove possa arrivare questa Juventus è tanta…
Renato Montagnolo