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Bronze Age Pervert, chi è “l’uomo” dietro il culto della personalità celebre su Internet

by La Redazione
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BAP Bronze Age Pervert

Roma, 28 ott –  Nonostante internet permetta una diffusione molto più ampia di idee, negli ambienti di destra resta una tragedia come alcuni fenomeni rimangano relegati in una sfera internazionale chiusa ermeticamente, non a contatto con la scena delle singole nazioni. Sicuramente parte del motivo è la barriera linguistica – e in un certo senso il fatto che non tutti parlino l’inglese mi infonde di speranza – ma un altro fattore è la natura più giovanile e irriverente di alcuni personaggi. Tuttavia i suddetti personaggi e soprattutto le idee di cui sono forieri gioverebbero tremendamente alla causa sovranista, proprio perché la loro natura meno formale ne permetterebbe una più ampia diffusione. Un esempio perfetto di quanto detto è Bronze Age Pervert, spesso abbreviato in BAP, un uomo – e dico uomo perché pensatore è un termine che non approverebbe – che nel tempo è riuscito a costruirsi un piccolo culto della personalità.

Bronze Age Pervert: peculiarità

BAP si contraddistingue per l’uso di un linguaggio stringato ma allo stesso tempo articolato, volto a portare alla mente figure come Conan il barbaro o Achille. La sua scuola di pensiero è esposta nel libro Bronze Age Mindset che, come da titolo, vuole evocare una mentalità da epoca del bronzo, sullo stampo degli eroi dei poemi omerici e della mitologia ellenica a più riprese richiamata nel libro. Bisogna specificare fin da subito però che Bronze Age Mindset non è un libro di alta teoria o auto-aiuto, ma come recita la frase con cui si apre l’opera: “Questo non è libro di filosofia. È esortazione. Non ho quasi nulla da dire ai più che non sono come me, ancora meno mi importa convincere.”

Esortazione, quindi, è la parola che meglio descrive Bronze Age Mindset. Nonostante ciò, è difficile dare una collocazione generale all’opera e anche riassumerne i contenuti non rende appieno l’esperienza di una lettura al momento possibile solo in lingua originale. Dovrebbe comunque essere palpabile già da queste prime informazioni l’influenza nietzschiana presente nell’opera, che a tratti ricorda la poesia in prosa dell’autore tedesco, specialmente per i numerosi richiami alla cultura classica. In verità, l’opera non mantiene una vera e propria consistenza interna ma sembra davvero voler essere il flusso di coscienza di un moderno eroe greco. Infatti da un capitolo con elaborati rimandi al filosofo Empedocle e al suo tuffo nell’Etna, BAP passa con fluidità sconcertante a parlare di alimentazione e di come il cibo moderno disturbi gli ormoni nel corpo umano oppure ad allusioni a un passato iperboreo unito a teorie del complotto su contorte creature antidiluviane che strisciano nei sotterranei delle metropoli.

Filosofia e natura

Questo andamento da sogno febbrile è dovuto al fatto che l’autore sostiene una sorta di anarchia epistemologica: non ci si può fidare di nulla che non si intuisca in prima persona e tutto, inclusa la storia nella sua interezza, è da considerarsi sospetto in quanto tramandato da un certo tipo di umanità che l’autore disprezza. Nel mondo di BAP ci sono due tendenze nella vita organica, una evolutiva e vitale, che porta alla creazione di esseri sempre più estetici e perfetti, l’altra degenerativa, che porta a immense quantità di forme di vita basse, simili ai lieviti. Queste forze opposte sarebbero presenti anche nella società umana, e purtroppo la degenerazione sembra essere la regola. L’urbanità senza radici, i milioni di abitanti delle baraccopoli del terzo mondo, le città di sudditi dell’Asia imperiale e le gerontocrazie delle case comuni: tutte espressioni di quella che sarebbe la norma della civiltà umana, l’esistenza di quelli che BAP chiama uomini-insetto. Contrapposta alle esistenze umilianti degli uomini-insetto c’è la vita sull’Argo di Giasone, quella del pirata o del guerriero che esplora e combatte per il piacere di farlo, perché è nel suo sangue allo stesso modo in cui costruire nidi è nel sangue degli uccelli. Figure come Periandro o Alcibiade vengono proposte come incarnazione di questa umanità il cui segreto desiderio sarebbe raggiungere la venerazione di un dio, uno stato di assoluto potere e libertà – libertà di agire e ottenere maestria dello spazio.

La maestria dello spazio è un altro tema fondamentale della filosofia di BAP, che parte dall’esempio degli animali tenuti in gabbia negli zoo in spazi di proprietà altrui, della loro tristezza e del loro rifiuto di accoppiarsi, per sostenere che più un animale è nobile più desidererà ottenere padronanza dello spazio che lo circonda, e negatagli questa possibilità adotterà comportamenti sempre più patologici. L’autore nonostante una prospettiva fortemente naturalistica, critica fortemente sia Darwin che la zoologia moderna, in quanto nonostante affermino il contrario continuano a imporre una teleologia al comportamento animale, il quale, lungi dall’essere animato da un fine banale come la riproduzione, specialmente nelle forme di vita avanzate, è mosso da un’intelligenza che l’autore definisce “demoniaca” e di cui il nostro intelletto non sarebbe altro che una pallida imitazione.

E questa forza periodicamente risveglierebbe ondate di distruzione della civiltà quando diventa decadente, come i popoli del mare fecero causando il collasso dell’epoca del bronzo. Il mezzo prediletto da questa forza sarebbero bande di uomini legati da un indissolubile legame di amicizia, le Mannerbund che dominavano le civiltà occidentali delle origini. E i giovani uomini – l’autore fa esplicitamente rimando al latino vir o al greco antico aner contrapposto all’ indefinito antropos – per puro eccesso di essere sono chiamati a farsi possedere da questa forza che la morte non può sconfiggere, che si rinnova di generazione in generazione e la cui migliore rappresentazione sono le scene di festa ed esaltazione della vita che adornano antiche necropoli, come nel caso della tomba del tuffatore. Le Mannerbund, mosse da questa forza, per propria natura sorgono per eliminare gli eccessi di biomassa delle civiltà decadenti, e come accadde per il collasso dell’epoca del bronzo l’autore prevede che saranno moderni pirati dei tropici che, nel momento di debolezza. sferreranno il colpo di grazia al Leviatano moderno e alle élite che lo governano.

Riflessioni sull’impero yankee

Le élite che governano l’impero americano, fa notare l’autore, in realtà non sono davvero libere o sovrane come pensiamo. La vita delle città ci ha così infiacchito che persino i nostri tiranni sono, a loro modo, schiavi: mentre i sovrani dell’antichità avevano potere di vita o di morte sui loro soggetti, e talvolta avviavano come puro esercizio di potere progetti stravaganti sullo stile di Caligola che appaiono come follie agli altri uomini, gli aridi e vecchi signori del capitale sono interamente dipendenti dalla forza d’armi altrui, e quindi nonostante gli abissi d’acciaio che presiedono non sono liberi dai vincoli degli schiavi come lo erano i cittadini liberi della polis greca, e persino nel perseguire le proprie perversioni sono vincolati da intrighi e dalla protezione di terze parti, come testimoniano casi come quello di Epstein.

La libertà almeno di una minoranza, unica possibile giustificazione per le brutture a cui il sistema attuale sottopone il mondo, non è altro che un’illusione, in quanto la vita stessa è intrappolata in spazi posseduti da altri, e persino le perversioni non offrono scampo. Molto del degrado del tessuto sociale è dovuto alla normalizzazione del vizio, unico strumento di un’élite altrettanto in trappola, ma per normalizzare ogni tendenza lurida dell’animo umano molto deve essere censurato. In stile evoliano, le Mannerbund saranno chiamate a “cavalcare la tigre” e impossessarsi del lurido in un momento di debolezza, al fine amplificare i vizi umani per usarli come arma semplicemente mantenendoli veri a se stessi, senza le censure e abbellimenti che rendono tollerabile l’intollerabile, in sostanza alzando uno specchio alle masse per mostrargli quello che sono. Da lì, le compagnie di uomini di bronzo dovranno sorgere e purificare il mondo dalle brutture degli uomini-insetto per perseguire gli obiettivi di quell’indomabile e inscrutabile fiamma che li anima.

Specificando nuovamente che riassumere davvero i contenuti del libro, data la sua natura, è impossibile, chi è abituato a leggere testi più strettamente dottrinali o teorici potrebbe rimanere perplesso tanto dalle dottrine che Bronze Age Mindset avanza, quanto dall’effettiva utilità di approcci così poco convenzionali alla diffusione delle idee. Eppure il successo che ha avuto sulla destra dissidente di internet difficilmente ha eguali: dal suo podcast Carribbean Rhythms a periodici online come Man’s World innumerevoli progetti sono riconducibili al pensiero di BAP, insieme al culto della personalità che cha ha coltivato su Twitter. Tutti questi fattori insieme hanno creato una vera e propria sottocultura interna alla destra che vede individui con prospettive anche radicalmente diverse, come materialisti e religiosi, che a dispetto di tutto formano un fronte inequivocabilmente riconoscibile sia per il modo di parlare che quello di pensare e di porsi.

Un fenomeno sottovalutato

Per quanto il fenomeno BAP non abbia avuto successo nei circoli più accreditati, a differenza di pensatori più importanti a livello teorico come Nick Land o Curtis Yarvin, la sottocultura che l’autore ha alimentato non solo è viva e vegeta, ma continua a crescere e ad aumentare la sua influenza. La filosofia di BAP non sarà ineccepibile tecnicamente, non sarà neanche una soluzione auspicabile al problema della modernità, ma non vuole essere più di quel che è: la grande lezione che può impartire è il modus operandi che insegna. L’intero libro – anzi, la figura stessa di BAP – insieme a tutti gli individui che ha ispirato, trasuda un’aura di giovialità e spensieratezza: quasi nulla di ciò che l’autore abbia mai scritto è stato scritto con spirito serio, e se lo si legge con spirito serio si rimarrà semplicemente confusi. Se invece ci si lascia trasportare dalla visione che l’autore propone si scopre la sua forza di fondo, ovvero la sua leggerezza.

Ascoltando le proposte che la sinistra avanza, soprattutto ai giovani, non si sente parlare di altro che restrizioni legali e morali da una parte, e vizi blandi e censurati dall’altra. Una filosofia dissidente, soprattutto una rivolta ai giovani, ha successo quando libera la vitalità che le orde di uomini-insetto vogliono sopprimere, vitalità che rompe i limiti della moralità nevrotica che le sinistre usano come arma: questo è il motivo per cui l’approccio di BAP riesce a riunire le miriadi di correnti di pensiero interne alla destra mentre molti altri falliscono. Non è perfettamente coerente o coesivo perché non solo non gli serve esserlo, ma ridursi a fare propaganda per assicurarsi che tutti accettino le sue idee nel modo in cui vuole lui va contro i suoi stessi principi. Il suo dichiarato intento è esortare, diffondere le idee e lasciare che seguano il proprio corso, e sembra essere l’approccio vincente, l’approccio irriverente che sputa in faccia alle masse erbivore e ai loro pastori abbracciando la semplice spensieratezza di quel desiderio di libertà e potere che condusse Empedocle a compiere il suo ultimo salto.

Rocco Ferrara

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