Un’altra notte di inferno nella Striscia di Gaza, con bombardamenti a tappeto dal campo profughi di Jabaliya a Bet Lahiya e Bet Hanun. L’esercito di Tel Aviv ha attaccato in maniera indiscriminata la parte orientale della città in quella che è stata considerata la “peggiore notte” dall’inizio dell’acuirsi del conflitto tra Palestina e Stato di Israele (come riferito dal quotidiano israeliano Haaretz). Le forze armate israeliane hanno preso di mira anche la zona centrale di Gaza e Khan Yunis nel sud: il peggiore attacco per intensità dallo scoppio delle ostilità ad ora.
Gaza bombardata a tappeto
Come riportato dall’Ansa, il direttore generale dell’Unicef Catherine Russel ha informato di aver perso completamente i contatti con i suoi colleghi presenti all’interno della Striscia, sottolineando come sia “estremamente preoccupata per la loro sicurezza e per un’altra notte di orrore indicibile per un milione di bambini di Gaza”. Dall’altra parte, l’Aeronautica Militare di Israele ha comunicato che “aerei da caccia guidati da precise informazioni di intelligence hanno ucciso la notte scorsa il capo della formazione aerea dell’organizzazione terroristica Hamas, Ezzam Abu Raffa“. Le fonti militari affermano come l’attacco di questa notte sia stato rivolto solamente a obbiettivi sotterranei di Hamas nella parte nord di Gaza e che, inoltre, i bombardamenti abbiano portato alla morte di diversi terroristi.
Il conflitto verso una pericolosa radicalizzazione
Mentre Israele pensa davvero ad una possibile operazione di terra direttamente sul territorio della Striscia di Gaza, minacciata da tempo nonostante la pressione degli Stati Uniti, le condizioni del conflitto si radicalizzano sempre di più. Il territorio di Gaza è ormai ridotto ad una distesa di rovine e sangue, con i numeri delle vittime civili palestinesi che non riescono più ad essere contati. Tutto questo di fronte ad una possibile escalation militare senza precedenti.
Andrea Grieco