Roma, 12 apr – La Corte di Cassazione ha stabilito, secondo Vittorio Sgarbi, che
“dare dell’omosessuale non costituisce reato”.
La querelle con il sindacalista Cerasoli
Il sindaco di Sutri è stato è stato assolto dell’accusa di aver offeso il sindacalista Gianfranco Cerasoli (all’epoca dei fatti segretario della Uil Beni culturali) domandandogli se fosse omosessuale. In molteplici messaggi, infatti, Vittorio Sgarbi aveva domandato a Cerasoli il perché della sua ossessione nei suoi confronti giungendo a chiedergli, appunto, se avesse preso una cotta per lui. “Il fatto non costituisce reato” avrebbe motivato la Corte di Cassazione “ritenendo non offensivo il termine omosessuale“.
“Attenzione morbosa”
“Scrivo semplicemente perché ti interessi tanto di me – questo sarebbe il contenuto di uno dei messaggi inviati da Vittorio Sgarbi – invece di altre persone su cui la Corte dei Conti fa analoghe richieste. Evidentemente hai un’attenzione morbosa nei miei confronti. Forse manifesta un eccesso d’amore nei miei confronti che io presumo legato anche a una sorta di inclinazione sessuale, questa era la mia ipotesi, che naturalmente non è un’offesa, ognuno può essere gay o no, se Cerasoli ha una propensione per me io posso respingerla”. “Questo era il fatto che aveva indotto i Giudici romani a condannarmi per diffamazione e al risarcimento dei danni in favore del sindacalista – commenta lo storico d’arte e opionista tv – il quale, nella querela, aveva rivendicato la propria eterosessualità e spiegato che si era sentito offeso dalle mie dichiarazioni. Oggi la Corte di Cassazione mi ha assolto perché il fatto non costituisce reato, ritenendo non offensivo il termine omosessuale da me usato”.
Ilaria Paoletti
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