Milano, 30 apr – Ieri sera si è tenuta l’annuale celebrazione del martirio di Sergio Ramelli che quest’anno ha avuto un significato particolare essendone ricorrente il quarantennale.
Davanti alla chiesa dei Santi Nereo e Achilleo in viale Argonne sono convenuti i “cuori neri” provenienti da tutta la Lombardia ma anche da altre regioni d’Italia. Tutti uniti, nonostante le diverse sigle – Casapound, Lealtà Azione, Forza Nuova e Fratelli d’Italia – per ricordare la morte, ma soprattutto la vita, di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani.
Quest’anno, a differenza dei precedenti, è stato deciso di organizzare una serata caratterizzata da musica e letture tenutesi su di un palco montato davanti alla chiesa che vide i funerali di Sergio e di sua madre Anita.
Dopo la messa tenutasi in suffragio delle vittime, Guido Giraudo, figura cardine della “destra” milanese, ha fatto da anfitrione presentando, davanti ad un folto pubblico, i gruppi musicali – Ddt, Skoll e Amici del Vento – e raccontando il clima della Milano degli anni ’70 supportato da alcune testimonianze storiche, recitate in chiave teatrale da due attori, che hanno tramandato il vissuto di Sergio, Carlo ed Enrico.
Durante la serata il silenzioso, interminabile, pellegrinaggio per deporre un fiore o un lume davanti alla targa che ricorda il luogo del martirio di Sergio in via Paladini, ha contribuito a stringere i cuori di un’intera comunità in questa data così particolare e densa di significati come quella di quest’anno; data che ha visto il solito corollario di iniziative della sinistra meneghina culminate in una contromanifestazione svoltasi nelle medesime ore in piazza Dateo.
Nonostante questo ed il solito dispiegamento di forze dell’ordine, non era la tensione che serpeggiava tra i presenti, bensì l’emozione e la consapevolezza di far parte di una comunità che, seppur divisa, sta tramandando un’eredità, fatta di pensiero e azione, animata da un sentimento profondo che si rinnova ogni anno in occasione di questa ricorrenza. Nessuna nostalgia o reducismo per un passato che fu: la commozione che si legge negli occhi dei presenti è frutto della certezza di avere davanti a sé una strada da percorrere che è stata segnata da persone come Sergio, Carlo ed Enrico e dal loro sacrificio.
Proprio per questo la manifestazione è terminata sulle note de “Il domani appartiene a noi” e ciascuno ha fatto ritorno alle proprie case con la stessa compostezza con la quale è giunto in piazza.
Paolo Mauri