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In migliaia a Milano per ricordare Sergio Ramelli

by Paolo Mauri
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11210513_10206292703696198_7530917725642062169_nMilano, 30 apr – Ieri sera si è tenuta l’annuale celebrazione del martirio di Sergio Ramelli che quest’anno ha avuto un significato particolare essendone ricorrente il quarantennale.

Davanti alla chiesa dei Santi Nereo e Achilleo in viale Argonne sono convenuti i “cuori neri” provenienti da tutta la Lombardia ma anche da altre regioni d’Italia. Tutti uniti, nonostante le diverse sigle – Casapound, Lealtà Azione, Forza Nuova e Fratelli d’Italia – per ricordare la morte, ma soprattutto la vita, di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani.

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Gli Amici del Vento (foto Matteo Pisoni)

Quest’anno, a differenza dei precedenti, è stato deciso di organizzare una serata caratterizzata da musica e letture tenutesi su di un palco montato davanti alla chiesa che vide i funerali di Sergio e di sua madre Anita.
Dopo la messa tenutasi in suffragio delle vittime, Guido Giraudo, figura cardine della “destra” milanese, ha fatto da anfitrione presentando, davanti ad un folto pubblico, i gruppi musicali – Ddt, Skoll e Amici del Vento – e raccontando il clima della Milano degli anni ’70 supportato da alcune testimonianze storiche, recitate in chiave teatrale da due attori, che hanno tramandato il vissuto di Sergio, Carlo ed Enrico.

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(foto Matteo Pisoni)

Durante la serata il silenzioso, interminabile, pellegrinaggio per deporre un fiore o un lume davanti alla targa che ricorda il luogo del martirio di Sergio in via Paladini, ha contribuito a stringere i cuori di un’intera comunità in questa data così particolare e densa di significati come quella di quest’anno; data che ha visto il solito corollario di iniziative della sinistra meneghina culminate in una contromanifestazione svoltasi nelle medesime ore in piazza Dateo.

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(foto Matteo Pisoni)

Nonostante questo ed il solito dispiegamento di forze dell’ordine, non era la tensione che serpeggiava tra i presenti, bensì l’emozione e la consapevolezza di far parte di una comunità che, seppur divisa, sta tramandando un’eredità, fatta di pensiero e azione, animata da un sentimento profondo che si rinnova ogni anno in occasione di questa ricorrenza. Nessuna nostalgia o reducismo per un passato che fu: la commozione che si legge negli occhi dei presenti è frutto della certezza di avere davanti a sé una strada da percorrere che è stata segnata da persone come Sergio, Carlo ed Enrico e dal loro sacrificio.

Proprio per questo la manifestazione è terminata sulle note de “Il domani appartiene a noi” e ciascuno ha fatto ritorno alle proprie case con la stessa compostezza con la quale è giunto in piazza.

Paolo Mauri

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