Vediamo perchĆ©. La Cina finora ĆØ stata la locomotiva dellāeconomia mondiale. Ora, rischia di andare a sbattere. Le ragioni sono tante, ma andiamo con ordine. MartedƬ 19 gennaio in Cina saranno comunicati i dati sul Prodotto interno lordo annuale e mensile del Paese. Se il dato fosse al di sotto del 7%, si potrebbe scatenare un effetto domino su tutti i mercati. Queste almeno sono le previsioni dei guru della finanza. Ma perchĆ© ĆØ cosƬ importante il Pil del Celeste Impero? In realtĆ , gli operatori finanziari sono preoccupati dal rapporto tra debito complessivo (pubblico e privato) e Pil che ĆØ arrivato alla soglia critica del 280%, pari alla modica cifra di circa 28000 miliardi di dollari. Ā Il tutto solo negli ultimi cinque anni. Ecco dunque perchĆ© devono crescere tanto. Sono indebitati fino al collo. Anche se stranamente Pechino detiene buona parte del debito pubblico degli Stati Uniti. I Cinesi insomma sono dei creditori che a loro volta sono indebitati fino al collo. Ecco, lāennesimo esempio di come la bolla del debito rischia di esploderci tra le mani.
Ā Poi ci sono tante altre cause che spiegano la debolezza di Pechino. In primo luogo, manca un sistema di welfare. Nel più grande paese socialista del mondo la sanitĆ ĆØ quasi completamente a carico dei cittadini. Lo stesso vale per lāistruzione. Quindi, le famiglie se vogliono curasi o far studiare la prole devo mettere da parte qualche soldo. CāĆØ, inoltre, il rischio di una grande bolla immobiliare. La politica espansiva della People’s Bank of China ha fatto crescere il settore immobiliare a dismisura. Gli edifici invenduti, però, sono numerosi e questo porterĆ inevitabilmente a un depauperamento del valore degli immobili. Chi ha investito in quel settore grazie ai mutui, concessi in maniera troppo allegra dalle banche cinesi, rischia di trovarsi in mano solo carta straccia. Non vi ricorda nulla tutto questo? Facciamo un passo indietro.Ā Ā Nel 2008 il crollo di Lehman Brothers fu provocato proprio da una mole di mutui detti subprime (spazzatura). La banca concesse troppi crediti a chi non poteva permettersi di restituirli. Poi per far quadrare i conti hanno rivenduto questi debiti a ignari risparmiatori che hanno visto sfumare i risparmi di una vita. Ma il settore immobiliare negli States pesava per il 5% sul pil, in Cina oggi ĆØ esattamente il triplo. Le conclusioni da trarre sono fin troppo ovvie.
Un altro dato su cui riflettere ĆØ quello relativo alle importazioni ed alle esportazioni. Tutti pensiamo che la Cina ha inondato i mercati con i suoi prodotti sottocosto. In effetti ĆØ cosƬ. Ma non si può certo sottovalutare che importa dal resto del mondo duemilamiliardi di dollari in beni e servizi. Il 6% di questa bella somma va proprio a beneficio dei Paesi dellāEurozona. Può sembrare un dato di poco conto. Considerando, però, la debole domanda interna europea, il rischio che la febbre gialla contagi anche il Vecchio Continente ĆØ tuttāaltro che remota. La grande crisi potrebbe essere dietro lāangolo. E a dirlo non sono degli incauti catastrofisti, ma importanti uomini della finanza. Qualche squalo sente giĆ lāodore della sua preda. Tanto per non far nomi, lāamministratore delegato di BlackRock Larry Fink ha detto alla Cnbc: āSiamo nel mezzo di un vero calo dei mercati. Ma, la velocitĆ con cui tutto ciò sta accadendo lascia pensare a una rivalutazione del rischio, una rivalutazione su dove stiamo andando. Credo che non ci sia abbastanza sangue nelle strade. Probabilmente dovremo testare livelli più bassi. E quando testeremo livelli più bassi di mercato, allora ci troveremo di fronte a unāopportunitĆ di mercato molto buonaā. Per chi non lo sapesse, BlackRock ĆØ la più grande societĆ di investimento nel mondo e gestisce un patrimonio totale di 4320 miliardi di dollari. Risparmiatore avvisato, mezzo salvato.
Salvatore Recupero