Barriere, trasferte vietate, arresti, daspo, perquisizioni preventive, denunce. Tutto in nome della sicurezza e per rivedere le famiglie allo stadio. Ma allo stadio quest’anno più che le famiglie si sono viste curve e tribune vuote e spettacoli tristissimi. Magari se il prefetto smettesse di vedere le partite in TV capirebbe che l’euforia, il folklore, il colore e, perché no, il “rumore”, fanno parte del calcio e del tifo. E che il tifo è parte integrante di quello che oggi è diventato uno spettacolo a tutti gli effetti. E tutto ciò non può essere fermato con barriere e divieti che invece di migliorare creano solo tensioni inutili.
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Federico Rapini