Roma, 1 ago – In questi giorni si sono riuniti gli enti impegnati nella lotta al dissesto geologico del territorio nazionale per formulare le linee guida, nel quadro del decreto “Sblocca Italia”, che a settembre stabiliranno i nuovi canoni di progettazione delle oltre 7 mila opere previste dal piano nazionale di controllo e contrasto del dissesto.
Il progetto #Italiasicura prevede in particolare il divieto di cementificazione e restringimento delle sponde fluviali o la copertura dei torrenti che così facendo diventerebbero delle vere e proprie bombe d’acqua ad orologeria. Saranno perciò possibili diversi interventi, coordinati con le autorità locali di bacino, sia strutturali, come la costruzione di casse di espansione o canali scolmatori, che nuove opere come la riqualificazione e “naturalizzazione” dei tratti fluviali a rischio.
“Stiamo andando avanti velocemente con l’analisi di tutti i documenti raccolti e dei suggerimenti arrivati – spiega Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi e coordinatore del lavoro sulle linee guida per #Italiasicura – a settembre avremo il documento finale con le nuove linee guida, l’obiettivo è una forma più snella per un’applicazione più facile e con grande attenzione ai territori, alle nuove tecnologie, ai monitoraggi e alla valutazione del rischio, al piano delle manutenzioni, al quadro giuridico”.
Parallelamente per conto del Ministero delle Infrastrutture sono state definite, finalmente aggiungiamo noi, le prime linee guida per la classificazione sismica degli edifici. Auspicata da tempo dal Consiglio Nazionale dei Geologi e dai geofisici la classificazione divide i fabbricati in sei classi di rischio, dalla A alla F, e permetterà così di definire quali edifici siano più soggetti a subire danni in caso di un sisma.
Questa esigenza è nata dalla questione delle detrazioni fiscali perché si è sentita la necessità di creare un modello in grado di consentire la misurazione dei miglioramenti antisismici “All’inizio era quello il tema principale – dice Piero Baratono provveditore alle opere pubbliche in Emilia Romagna e Lombardia – ma poi ci siamo resi conto che gli utilizzi potevano essere molti altri. La classificazione può essere uno strumento che consentirà di aiutare a mitigare il rischio di un patrimonio edilizio vulnerabile, risparmiando i tre miliardi all’anno che lo Stato paga per il ripristino dopo eventi calamitosi”.
Paolo Segala, coordinatore della sezione software di Isi (Ingegneria Sismica Italiana) spiega che “La classificazione parte anche da un manifesto che abbiamo presentato del 2013 e che puntava a individuare un sistema che evitasse di attribuire gli incentivi in questo settore a pioggia. Bisognava pensare un meccanismo in tutto simile a quello del risparmio energetico. Finalmente abbiamo chiuso il lavoro tecnico, portandolo sul tavolo del ministro”.
Questo strumento, ora nelle mani del ministro Delrio, è un primo passo verso l’istituzione del “fascicolo di fabbricato”, ovvero una sorta di scheda diagnostica di ogni edificio, pubblico e privato, che ne determina la capacità strutturale di resistere agli eventi tellurici, un po’ come già avviene in altre aree del globo considerate ad altro rischio sismico come la California o il Giappone. Quando sarà ufficializzato e reso obbligatorio sarà sicuramente un enorme passo in avanti nella prevenzione del rischio; prevenzione che, lo ricordiamo, è l’unico strumento efficace per salvaguardarsi dagli eventi di questo tipo.
Auspichiamo che entrambi i provvedimenti vedano finalmente la luce in un decreto attuativo e non vadano persi nei meandri della burocrazia o peggio siano modificati e stravolti da mille emendamenti come spesso accade in sede legislativa.
Paolo Mauri