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Dopo Greta e Carola, arriva Olga. Le rivolte gestite dal padronato cosmopolitico

by Diego Fusaro
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diego fusaro filosofo
Roma, 8 ago – Così leggiamo, a caratteri cubitali, sul solito rotocalco turbomondialista “La Repubblica“, voce del padronato cosmopolitico e dell’odio organizzato verso l’Italia: “Russia, la 17enne Olga è il simbolo delle proteste: legge la Costituzione ai poliziotti”. State pronti, dunque. Dopo Greta e Carola, arriva il nuovo manichino prodotto dall’élite globalista per difendere i propri interessi, in questo caso per delegittimare la Russia di Putin, rea inespiabile di non inginocchiarsi al cospetto della monarchia del dollaro a stelle e strisce. L’obiettivo è sempre lo stesso, da tempo: la Russia di Putin è una feconda e, di più, eroica anomalia rispetto al nuovo ordine mondiale “glebalizzato” e americano-centrino. Ed è per questo che il Leviatano di Washington tenta in ogni guisa di metterla sotto scacco.

Una Russia sovrana e forte non piace agli Usa

Non è più la Russia di Gorbačëv, che pateticamente fa la pubblicità di pizza Hut. Non è più la Russia di Eltsin, che cade a terra ubriaco di vodka e svende il Paese alla monarchia del dollaro. No. La Russia di Putin è quella che dice di no alla propria subalternità agli Usa e che rivendica la propria autonomia nazionale. È la Russia che, mutatis mutandis, crea un nuovo blocco antagonista rispetto a quello monolitico del Leviatano del dollaro e delle sue colonie senz’anima. Ed è per questo che la monarchia del dollaro cerca in ogni modo di destabilizzarla, anche mediante i soft powers delle rivoluzioni colorate che, come nel caso di Olga, si fingono dal basso. Una spia infallibile per identificare le rivolte volute dal potere a beneficio del potere è vedere come vengono trattati dal sistema mediatico e dal sistema repressivo suddetti rivoluzionari.

Le vere rivolte sono represse nel sangue

Prendiamo il caso delle giubbe gialle in Francia. Si tratta di una rivolta dal basso e per il basso, che pone al centro la critica del globalismo e la lotta per i salari e i diritti sociali. Risposta del potere? Repressione nel sangue. Risposta del sistema mediatico? Diffamazione (“facinorosi!”, “antisemiti!”). L’esatto opposto di quanto accade con Carola, Greta e Olga. Il potere le premia e le santifica, il sistema mediatico le osanna a reti unificate, quasi beatificandole in vita. Senza esitazioni, Greta, Carola e Olga sono avatar del potere, manichini creati ad hoc dalla global class cosmopolitica per far sì che i descamisados della mondializzazione infelice, anziché combattere la lotta di classe dal basso, si adoperino secondo l’agenda decisa a tavolino dai signori apolidi del capitale. Ossia affinché intraprendano lotte che mai valgano a mettere realmente in discussione l’asimmetrico ordine globale di classe, il regno uniforme della finanza sans frontières.

Lotta di classe addio

La lotta di Greta? Una lotta genera-generica per l’ambiente, che mai nomina il nemico di classe e che mai pone in connessione la devastazione ambientale con il modello di sviluppo capitalistico. La battaglia di Carola? È la lotta dei “capitali coraggiosi” come il “filantropo” Soros e il bardo cosmopolita dal sontuoso attico di Nuova York. Obiettivo? Far passare per integrazione umanitaria la deportazione capitalistica di schiavi dall’Africa voluta dal padronato cosmopolitico. E, dulcis in fundo, la pugna di Olga? È la lotta russofobica della global class turbosorosiana, che in astratto vuole portare la democrazia in Russia e in concreto vuole fare della Russia una colonia degli Usa. 
Diego Fusaro

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Alessandro 8 Agosto 2019 - 9:56

Bene, Caro Diego non è facile leggerti perché spesso bisogna fare la sintesi, scremando l’ardire per portare a casa l’essenza. Ma se con voglia di farlo si riesce, tutto diventa compressibile anche ai più o a quelli come me che semplicemente sono Italiani che si trovano ad vivere e purtroppo solo a sopravvivere con la loro vita nell futuro di questo paese. Intanto ai sostituito le parole che oramai comunemente sono anche non Italiane con parole Italiane portando avanti con tenacia una battaglia di altri tempi.Come di altri tempi è lo scontro che tu descrivi e porti su nuove tematiche dei 2 blocchi, sono d’accordo con te esiste ancora nonostante il tempo e oggi è come tu descrivi, la battaglia delle giacche gialle è diversa da quelle delle bambine ed era ed è più vera, più vicina alla mia verità e necessità. Domando perché la battaglia di classe delle Giubbe gialle con temi reali che interessano lo stile di vita e tutti i popoli Europei non è uscita dalla Francia, espandendosi. È già stata soffocata? Se i poteri che esistono come l’attico di Nuova York mandano avantii bambini è un segnale di perdita o di forza? Mi viene in mente la raffigurazione di Terzo Potere degli uomini in avanti con la miseria in faccia e le mani spaccate, la donna fiera e orgogliosa con il figlio in braccio non si vede ma forse c’è la Polizia schierata che li fermerà, forse ci siamo tutti noi.. è il momento di decidere da che parte stiamo.

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Giorgio 8 Agosto 2019 - 12:33

Democrazia, diritti umani, giustizia sociale ecc. purtroppo sono parole svilite e alterate rispetto al loro originario significato, ormai sono un “condimento” mediatico al piatto che viene costantemente riproposto nell’ipocrita menu’ dei giornaloni e larga parte dell’informazione.
Anche un cieco vede che l’unico interesse che muove economia, sanzioni, ingerenze e militari e’ l’intento di depredare risorse, diminuire il costo del lavoro e forgiare un uomo / donna o meglio ibrido consumatore possibilmente rimbambito…

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Marcel 20 Agosto 2019 - 9:42

Ma chi, l’amica di Navalny? L’amico di Soros?

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