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Ecco come lo Zimbabwe vuole rilanciare la coltivazione del caffé

by Giuseppe De Santis
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Zimbabwe caffé

Roma, 10 sett – Fino agli anni Novanta lo Zimbabwe era un importante produttore di caffe’, con un estratto di circa 15mila tonnellate all’anno. Successivamente la riforma agraria voluta da Robert Mugabe ha di fatto distrutto il settore, privato per diversi anni della coltivazione delle piantagioni.

Lo Zimbabwe e il caffé

L’attuale governo ha cercato di rimediare a questa situazione avviando, nel 2018, una serie di politiche che si pongono come scopo quello di produrre entro il 2024 10mila tonnellate di caffe’ all’anno. È ovviamente impossibile raggiungere questi obiettivi senza il coinvolgimento di imprese private: da qui la necessità di una collaborazione con varie industrie del settore. La risposta da parte dei colossi del caffe’ non si e’ fatta attendere: tra queste, è degna di nota quella di Nespresso, una societa’ svizzera posseduta dalla Nestlé, famosa in Italia per la pubblicità interpretata da George Clooney.

Nespresso e produzione in Africa

La Nespresso punta a “far ripartire il caffé” in zone del mondo colpite da disastri naturali, guerre o politiche economiche fallimentari , sviluppando relazioni di lungo termine con i coltivatori locali al fine di produrre una materia di alta qualita’. Per quanto riguarda lo Zimbabwe, Nespresso si è alleata con un ente non governativo americano, TechnoServe, e 450 coltivatori in un’area prossima al Mozambico particolarmente adatta per la coltivazione, fornendo ai contadini una formazione gratuita, assistenza e investimenti agricoli, in cambio della vendita all’azienda del prodotto ai prezzi stabiliti, i quali’ sono piu’ alti alti di queli di altri colossi, dunque più convenienti per chi coltiva caffe’.

Seppur questa iniziativa sia ancora nelle prime fasi, i risultati iniziano a vedersi. Certamente, la strada per rilanciare la produzione di caffe’ è molto lunga visto che sono ancora tanti i rischi da affrontare, ma quantomeno lo Zimbabwe ha ripresto a ragionare in modo costruttivo su un proprio prodotto,’ e questo dovrebbe portare a benefici economici.

Giuseppe De Santis

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