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Roma, 16 lug ā I dati energetici non mentono mai e a giugno disegnano unāeconomia italiana a due facce e due velocitĆ .
I consumi dei carburanti per autotrazione, misura del commercio e della domanda interna, in base agli ultimi dati del Ministero dello sviluppo economico balzano in avanti: +3,5% in più per la benzina, rispetto allo stesso mese dellāanno precedente e dopo anni di calo, e soprattutto un notevole +7,6% per il gasolio da autotrazione, lāaumento di gran lunga più grande negli ultimi cinque anni e mezzo, inatteso dopo il deludente -3,7% di maggio.
Nonostante lo spettro del tritacarne greco, la disoccupazione in salita libera, la povertĆ divenuta endemica e cronica che esclude almeno un quinto della popolazione dai consumi discrezionali e in parte anche da quelli primari, la circolazione interna delle merci appare in deciso aumento, probabile conseguenza della creazione di una domanda artificiale a sua volta riflessa nellāascesa inarrestabile del debito pubblico e delle sofferenze bancarie.
In pratica, le gigantesche iniezioni di liquiditĆ a tasso zero prodotte dalla Banca centrale europea sulla scia della Federal reserve americana hanno evidentemente prodotto come risultato un aumento dei prestiti e finanziamenti, anche āal consumoā, sostenendo la domanda delle famiglie.
Il problema, infatti, ĆØ che lāeconomia produttiva, misurata in base alla domanda elettrica, ĆØ in tracollo: lāultimo rapporto a consuntivo del mese di giugno, prodotto da Terna, il gestore delle reti di trasmissione nazionali, illustra una diminuzione anno su anno molto contenuta, pari a -0,1% ma che, depurata per gli effetti del calendario (21 giorni lavorativi nel giugno 2015, soltanto 20 lo stesso mese del 2014) e della temperatura (mezzo grado in più questāanno), si approfondisce fino a un ragguardevole -1,1%, che a sua volta trascina il primo semestre dellāanno a un saldo negativo del -0,3% rispetto allo stesso periodo dellāanno scorso.
A livello territoriale, fa impressione la diminuzione del consumo elettrico nellāarea più produttiva della Nazione, il Triveneto, pari al -3,2% (che, se corretta, raggiungerebbe circa il -4%), e quella ancora maggiore, quasi tragica, della Sicilia, pari al -5,4% (quindi in realtĆ oltre il -6%).
Se da una parte, quindi, il declino delle attivitĆ produttive potrebbe preludere a una corrispondente diminuzione dellāavanzo primario e delle entrate fiscali, rendendo ancora meno solvibile lo spaventoso debito pubblico nazionale, dallāaltra la stessa recessione dellāeconomia reale rende sempre meno sostenibile coi soli redditi da lavoro lo stesso debito contratto dai cittadini e dalle famiglie, trasferendo di fatto e direttamente su questi soggetti e sui relativi patrimoni privati una parte crescente dellāonere di alimentare la finanza creativa internazionale.
Francesco Meneguzzo
Roma, 16 lug ā I dati energetici non mentono mai e a giugno disegnano unāeconomia italiana a due facce e due velocitĆ .
I consumi dei carburanti per autotrazione, misura del commercio e della domanda interna, in base agli ultimi dati del Ministero dello sviluppo economico balzano in avanti: +3,5% in più per la benzina, rispetto allo stesso mese dellāanno precedente e dopo anni di calo, e soprattutto un notevole +7,6% per il gasolio da autotrazione, lāaumento di gran lunga più grande negli ultimi cinque anni e mezzo, inatteso dopo il deludente -3,7% di maggio.
Nonostante lo spettro del tritacarne greco, la disoccupazione in salita libera, la povertĆ divenuta endemica e cronica che esclude almeno un quinto della popolazione dai consumi discrezionali e in parte anche da quelli primari, la circolazione interna delle merci appare in deciso aumento, probabile conseguenza della creazione di una domanda artificiale a sua volta riflessa nellāascesa inarrestabile del debito pubblico e delle sofferenze bancarie.
In pratica, le gigantesche iniezioni di liquiditĆ a tasso zero prodotte dalla Banca centrale europea sulla scia della Federal reserve americana hanno evidentemente prodotto come risultato un aumento dei prestiti e finanziamenti, anche āal consumoā, sostenendo la domanda delle famiglie.
Il problema, infatti, ĆØ che lāeconomia produttiva, misurata in base alla domanda elettrica, ĆØ in tracollo: lāultimo rapporto a consuntivo del mese di giugno, prodotto da Terna, il gestore delle reti di trasmissione nazionali, illustra una diminuzione anno su anno molto contenuta, pari a -0,1% ma che, depurata per gli effetti del calendario (21 giorni lavorativi nel giugno 2015, soltanto 20 lo stesso mese del 2014) e della temperatura (mezzo grado in più questāanno), si approfondisce fino a un ragguardevole -1,1%, che a sua volta trascina il primo semestre dellāanno a un saldo negativo del -0,3% rispetto allo stesso periodo dellāanno scorso.
A livello territoriale, fa impressione la diminuzione del consumo elettrico nellāarea più produttiva della Nazione, il Triveneto, pari al -3,2% (che, se corretta, raggiungerebbe circa il -4%), e quella ancora maggiore, quasi tragica, della Sicilia, pari al -5,4% (quindi in realtĆ oltre il -6%).
Se da una parte, quindi, il declino delle attivitĆ produttive potrebbe preludere a una corrispondente diminuzione dellāavanzo primario e delle entrate fiscali, rendendo ancora meno solvibile lo spaventoso debito pubblico nazionale, dallāaltra la stessa recessione dellāeconomia reale rende sempre meno sostenibile coi soli redditi da lavoro lo stesso debito contratto dai cittadini e dalle famiglie, trasferendo di fatto e direttamente su questi soggetti e sui relativi patrimoni privati una parte crescente dellāonere di alimentare la finanza creativa internazionale.
Francesco Meneguzzo