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Un gesto vale più di mille parole: lo dice la scienza (italiana)

by Francesco Meneguzzo
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Figura1_ Esempi Gesti

Vari esempi figurali di gesti mostrati ai partecipanti allo studio


Milano, 16 lug – Ricercatori dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Cnr di Segrate (Ibfm-Cnr)e del Cognitive Electrophysiology lab dell’UniversitĆ  di Milano-Bicocca hanno studiato i meccanismi neurali che supportano la comprensione della gestualitĆ  spontanea. Scoprendo una risposta a metĆ  tra il linguaggio corporeo affettivo e quello che regola la comunicazione tra i non udenti, che fa ipotizzare un passaggio evolutivo dal ā€œparaverbaleā€ al linguaggio. La ricerca ĆØ stata pubblicata sulla rivista Brain and Language in un articolo dal titolo ā€œSemantic brain areas are involved in gesture comprehension: An electrical neuroimaging studyā€.
Il dito che oscilla per dire ā€œnoā€, il braccio che indica la direzione di un luogo, due dita ravvicinate nella zona delle labbra per mimare ā€œsta fumandoā€ oppure, pollice e indice congiunti, la mano che scrive nell’aria ā€œil conto per piacereā€. Sono solo alcune delle diverse tipologie di gesti analizzate dagli scienziati del Cnr e dell’UniversitĆ . ā€œI ricercatori hanno studiato i meccanismi neurali che supportano la comprensione della gestualitĆ  spontanea negli udenti, partendo da una batteria di 187 gesti utilizzati spontaneamente per accompagnare o sostituire la comunicazione uditivo-verbale nella lingua italiana. Per ciascun gesto sono state scattate foto frontali, con varianti regionali-dialettali e soggettive, coinvolgenti mimica facciale e movimenti o posture caratteristiche, compiuti da sei individui, tre maschi e tre femmine, di etĆ  compresa tra i 24 e i 27 anni, per un totale di 1222 gesti. Gli stimoli sono stati validati da 18 coetanei, anch’essi studenti universitariā€, spiega Alberto Zani, ricercatore dell’Ibfm-Cnr. ā€œDi questi gesti, 800 sono stati selezionati e abbinati ad una descrizione verbale, per la metĆ  incongruente, al fine di testare i meccanismi di comprensione semantica da parte degli studenti, di 14 dei quali sono stati registrati i potenziali bioelettrici cerebrali (ERPs)ā€.
Figura 3_Aree cerebrali attive

Aree cerebrali stimolate dalla presenza di un’incongruenza nella comunicazione gestuale


L’osservazione sperimentale dei soggetti impegnati nella comprensione ha mostrato ā€œun’ampia risposta bioelettrica chiamata N400 frontale, che indica il riconoscimento automatico di un’incongruenza di significato tra gesto e descrizione, circa 400 millisecondi dopo la stimolazioneā€, prosegue Zani. ā€œI segnali neurali ottenuti corrispondono ad aree cerebrali linguistiche-semantiche (lobo temporale mediale sinistro e talamo) e sintattiche (lobo temporale superiore per il linguaggio audiovisivo). Sono risultati attivi anche il sistema di osservazione dell’azione noto come ‘sistema di neuroni specchio fronto-parietale’ (corteccia premotoria e corteccia parietale inferiore sinistra) e le aree coinvolte nell’elaborazione delle parti del corpo e del voltoā€.
In particolare, l’esperimento voleva indagare se il meccanismo cerebrale di comprensione ed utilizzo dei gesti spontanei fosse più simile a quello che governa il linguaggio del corpo affettivo (body language), da cui traspare per esempio se siamo adirati o imbarazzati, o a quello che controlla il linguaggio dei segni nei non udenti. ā€œI risultati dello studio indicano l’esistenza di un complesso sistema neurale per la comprensione della lingua dei segni spontanea, che potremmo ipotizzare a metĆ  strada tra un linguaggio formale dei segni, come quello utilizzato dai non-udenti, e un linguaggio del corpo emozionale (emotional body language)ā€, conclude Alice Mado Proverbio, docente dell’UniversitĆ  di Milano-Bicocca e coordinatrice dello studio. ā€œCiò permette di supporre che vi sia stata una transizione filogenetica tra il sistema di comunicazione linguistica esclusivamente gestuale e quello più propriamente uditivo-verbale. La coesistenza di un sistema avanzato di comunicazione gestuale e di capacitĆ  imitative spiccate potrebbe aver reso possibile, negli ominidi, la nascita di protosegni con chiari significati semantici, dotati di specifiche regole d’uso e utilizzati in assenza del referente, caratteristica tipica del linguaggio verbale modernoā€.
Francesco Meneguzzo

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