Milano, 8 dic – Non sarà un natale tranquillo quello dei quattro mila dipendenti della Versalis (la società che ha raccolto l’eredità di Enichem). Il gruppo Eni pare sia intenzionato a cedere la quota di maggioranza ad un gruppo estero. Non è solo una questione che riguarda gli addetti ai lavori. Eni è controllata, di fatto, dal ministero dell’Economia. La questione è diventata oggetto di scontro tra i sindacati dei chimici e i vertici del Cane a sei zampe. I sindacati si preparano a fare le barricate e hanno indetto uno sciopero generale il prossimo venti dicembre. I segretari generali della Triplice, Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani hanno lanciato il loro j’accuse dall’assemblea nazionale a Roma di tutti i delegati del Gruppo Eni: “Non siamo di fronte ad un normale riassetto di una grande azienda, ma allo smantellamento della chimica italiana e ad una accelerazione del processo di trasformazione dell’Eni che vede le sue attività tutte concentrate fuori dall’Italia”.
L’amministratore delegato del gruppo Daniele Ferrari non la pensa affatto così. Ferrari, durante un’audizione al Senato, ha già detto che: “Nonostante i tanti sforzi dobbiamo renderci conto che la nostra chimica è al sessantasettesimo posto al mondo. Sono necessari ulteriori investimenti e una partnership che ci continui a portare tecnologie. Ci serve una partnership che ci dia queste cose “.
Anche se la vicenda è solo agli inizi, si può fare qualche osservazione di merito. Finora la partecipazione del capitale straniero nelle nostre imprese non ha portato bene al sistema paese. Il motivo se vogliamo è semplice: si tratta di colossi finanziari che non sempre comprano con prospettive di lungo periodo o di investimento, ma con fini speculativi. Vedremo come andrà a finire. Intanto, però, è necessario spiegare perché quest’azienda rappresenta una risorsa per la nostra economia.
Versalis è la società chimica di Eni che opera a livello internazionale nei settori della chimica di base, delle materie plastiche, delle gomme e della chimica da fonti rinnovabili. Con una produzione complessiva di circa sei milioni di tonnellate e un turnover di circa 6 miliardi di euro nel 2013, Versalis commercializza prodotti chimici attraverso le sue quattro aree di business: intermedi, politilene, stinerici, elastomeri. Questi nomi certamente dicono poco. Ma, c’è un dato interessante da evidenziare. Fino al 1990 la chimica italiana era stabilmente tra le più importanti del mondo. Versalis e prima di questa Enichem, hanno rappresentato un bel biglietto da visita per il nostro paese. Un contributo notevole fatto di alta tecnologia e di ricerca d’avanguardia. Si può discutere all’infinito sui motivi che ci hanno portato ad esser al ventiseiesimo posto. Ma, cedere questo gioiello dell’industria italiana a qualche nostro competitor straniero rischia di portare risultati ancora meno lusinghieri per il settore.
Ma, attenzione questo non è un caso isolato. Oltre la metà del capitale quotato sul listino di Milano finisce oltreconfine. Uno studio di Unimpresa ha rilevato come: “La capitalizzazione di Borsa delle imprese del nostro Paese è cresciuta in un anno di trentasei miliardi arrivando a 545 miliardi complessivi, ma sale al 51%, con un’impennata di cinquantadue miliardi, la fetta in mano ai colossi internazionali”. Lo studio è stato fatto basandosi su dati della Banca d’Italia, da giugno 2014 a giugno 2015.
La reazione della politica italiana, però, è tutt’altro che preoccupata. Il boldrinismo non risparmia neanche gli investitori nostrani. A Piazza Affari, infatti, gli stranieri sostituiscono gli italiani che si rifiutano di fare certi lavori.
Salvatore Recupero