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Fusione: dall’Europa nuovo record sulla strada dell’energia pulita

by Sergio Filacchioni
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fusione nucleare

Roma, 8 feb – Dall’Europa è giunto il nuovo record mondiale nella fusione nucleare – l’energia pulita che imita i processi che avvengono nel cuore delle stelle. Nel suo ultimo esperimento chiamato Dte3, il reattore sperimentale Jet (Joint European Torus) ha prodotto 69 megajoule per 5 secondi con 0,2 milligrammi di combustibile.

Fusione nucleare: tanti passi avanti

“Avremo il primo progetto pilota che deve dare energia positiva nel 2025 e la prima centrale commerciale al 2030“, aveva annunciato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi a marzo del 2023, mentre era del dicembre 2022 la notizia che scienziati statunitensi erano riusciti a produrre una reazione di fusione nucleare in grado di generare più energia di quella necessaria per innescarla. Oggi invece è L’Europa, rappresentata dal consorzio Eurofusion a tracciare una nuova data storica: il Joint European Torus – l’impianto per la Fusione nucleare di Oxford – dicono gli esperti europei “ha dimostrato la capacità di generare energia da fusione in modo affidabile“. L’esperimento ha superato il record ottenuto dalla stessa macchina nel 2022: allora il reattore produsse 59 megajoule. Il JET è il risultato di una grande collaborazione da parte di più di 300 ricercatori di 31 Paesi europei coordinati dal consorzio Eurofusion: di quest’ultimo l’Italia è partner con Enea, Consiglio nazionale delle Ricerche, consorzio Rfx ed alcune università. II Jet è un tokamak, ossia un reattore dalla struttura toroidale che ricorda la forma di una ciambella, all’interno della quale un potente campo magnetico contiene il plasma, ossia lo stato della materia che si ottiene all’interno del reattore, quando temperature altissime accelerano il movimento di atomi simili all’idrogeno in modo da avvicinarli fino farli fondere. Ora però il “buon vecchio” Jet andrà in pensione per lasciare la scena al suo successore, Iter.

Italiani al comando

Ora siamo in grado di produrre plasma di fusione usando la stessa miscela che sarà usata negli impianti del futuro, ha dichiarato Fernanda Riminisenior explotation manager di Jet. La nostra dimostrazione, validata da un nuovo record di produzione energetica – le ha fatto eco Ambrogio Fasoli, Ceo di EUROfusion – ci instilla una grande fiducia nella possibilità di sviluppare energia di fusione. Oltre all’aver stabilito un nuovo primato, pensiamo di essere riusciti a raggiungere obiettivi mai raggiunti finora. Spianando la strada, come accennavamo, per i successori di Jet, che si chiamano Iter e Demo: Durante tutto il suo ciclo di vita – ha dichiarato Pietro Barabaschi, direttore generale di Iter – Jet è stato incredibilmente utile come precursore di Iter: nel test dei nuovi materiali, nello sviluppo di componenti innovativi, nella produzione di dati scientifici dalla fusione di trizio e deuterio. I risultati appena ottenuti avranno un effetto diretto su Iter, consentendoci di muoverci più in fretta verso i nostri obiettivi. Il Livermore ha già ottenuto un saldo positivo di energia da fusione che a Iter deve essere ancora raggiunto, ma Iter ha un obiettivo ancora più ambizioso perché invece del 150% vuole fare il 1000%, ovvero conseguire un guadagno di potenza a fattore 10, ottenendo 500 mW di potenza di fusione per diverse decine di secondi, aveva spiegato ad inizio del 2023 Paola Batistoni, responsabile della sezione sviluppo di Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.

Ora si fa sul serio

Al netto dei record e degli strabilianti risultati, Jet si appresta a passare la mano. Il suo successore è un progetto ancora più grande, il cosiddetto Iter, con sede nel sud della Francia e a cui partecipano, oltre all’Unione europea, anche IndiaGiapponeCorea del SudRussia e Stati Uniti, che ha l’obiettivo di consolidare ulteriormente la fattibilità pratica della fusione nucleare come sorgente per la produzione di energia su larga scala. Se Jet e la National Ignition Facility avevano sostanzialmente come obiettivo quello di testare le tecnologie e i modelli teorici, Iter sarà un reattore vero e proprio. “In California – aveva detto Batistoni nell’occasione – si è badato a ottenere un risultato scientifico, mentre Iter sarà già un reattore sperimentale che oltre a conseguire un test scientifico servirà anche per definire la fattibilità tecnologica, superando la dimensione del laboratorio. Iter non sarà solo un tokamak, una camera toroidale a forma di ciambella con spire magnetiche come le macchine sperimentali fin qui utilizzate, ma verrà già equipaggiato di tutti i sistemi necessari, per esempio avrà già i magneti superconduttori, un divertore e componenti per l’autosufficienza del trizio che un domani potremo utilizzare nel reattore per la produzione di energia a usi civili da immettere in rete. Le tecnologie per creare alcune di queste componenti mancano ancora, ma ci stiamo lavorando in paralleloLa strada è ancora lunga, ma sicuramente ci porterà lontano.

Sergio Filacchioni

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