Roma, 22 gen – Il razzismo degli antirazzisti: un”inchiesta di Quarta Repubblica sulla galassia antifascista di Torino scoperchia la vera indole del massimalismo progressista che risiede al Csoa Askatasuna. Gridano vendetta per Ramy Elgaml e protestano in favore della Palestina libera, eppure il retropensiero di molti suoi militanti è emerso nell’inchiesta come in una becerissima riunione del Ku Klux Klan.
Askatasuna più razzista del KKK
“Le conversazioni captate – si legge nell’informativa della Polizia su cui si basa l’inchiesta di Quarta Repubblica – hanno certificato come la solidarietà espressa, soprattutto verso gli stranieri, è stata solo apparente e del tutto strumentale ad ottenere il ‘favore’ degli stranieri e il loro contributo nelle manifestazioni di lotta contro lo Stato e le istituzioni”. Insomma non solo un corollario delle più classiche battute razziste, che comunque farebbero impallidire il Deep South americano, ma un vero e proprio sistema di sfruttamento a fini ideologici degli stranieri. I “santoni” dell’antirazzismo scivolano su una buccia di banana, nel silenzio generale della sinistra democratica che per questa volta chiuderà un occhio (anche due) sull'”insopportabile razzismo che dilaga in Italia“. Qualcuno potrebbe chiedere ad Alleanza Verdi Sinistra e alla loro eurodeputata Ilaria Salis cosa pensano dei compagni Torinesi, se non fosse che la risposta già la sappiamo: riuscirebbero comunque a dire che è colpa del Fascismo con una sofisticata supercazzola di marxismo-leninismo. Un po’ come ha fatto il gruppo “trans-femminista” di Non Una di Meno a Trento, dopo che un loro attivista ha violentato una ragazza. Per loro c’è sempre una scappatoia: legalmente o ideologicamente, un’antifascista non è mai responsabile delle sue azioni, e se commette gravità inaudite è posseduto dal diavoletto tentatore del Ur-Fascismo. Pazzesco vero? Un sistema di potere che si autoassolve dai suoi stessi cortocircuiti.
Sergio Filacchioni