Roma, 10 apr – Volge al termine il viaggio in Italia di Carlo III e della consorte Camilla. Arrivata a Roma a inizio settimana, la coppia reale – oltre a presenziare ai “soliti” impegni istituzionali – ha visitato due luoghi simbolo della città eterna: il Colosseo e l’Altare della Patria. Così, saltato l’appuntamento in Vaticano a causa delle critiche condizioni del Pontefice, il re e la regina d’Oltremanica saranno oggi in visita a Ravenna: prima del rientro in Inghilterra ci sarà tempo per la tomba di Dante, la Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placidia. Eppure, nonostante la fibrillazione tutta borghese per l’arrivo di ospiti tanto illustri, varrebbe la pena ricordare quel che accadde quando gli inglesi (insieme all’alleato americano) insanguinarono l’azzurro del cielo romagnolo. Ma andiamo con ordine.
Una cinquantina di incursioni aeree
Seconda guerra mondiale, si è da poco consumato il tradimento dell’otto settembre. Siamo – ovviamente – nel 1943. L’anno solare sta per volgere al termine e i ravennati sono ancora speranzosi che il patrimonio culturale della città possa porre un freno alla forza distruttrice del nemico. Ma il 30 dicembre inizia un incubo che si protrarrà per diversi mesi.
Il primo raid aereo sulla capitale dell’Impero romano d’Occidente provoca almeno sessanta morti accertati. Diventeranno centinaia nel susseguirsi dei bombardamenti, stimati in cinquantadue nel solo centro di Ravenna. Incalcolabile – tra i civili – il numero dei feriti. Tonnellate di esplosivo porteranno alla completa distruzione dell’area portuale e di quella ferroviaria, di edifici civili e monumenti. Senza dimenticare sette importanti luoghi di culto gravemente danneggiati: i bombardamenti non risparmiano nemmeno il cimitero. Nuova invasione barbarica, nulla poteva ritenersi al sicuro: dopo l’attacco del 22 marzo viene presa la decisione di spostare in luogo più sicuro l’ossario di Dante.
Fiaccare la popolazione
Voce del verbo distruggere. Con l’infame obiettivo di fiaccare la popolazione, gli angloamericani colpiscono pesantemente pure le campagne. Anzi, in tre occasioni – consci dei devastanti effetti psicologici di tale pratica – si presentano nell’oscurità della notte. Nell’agosto 1944 Ravenna è bombardata per cinque volte in una ventina di giorni. Particolarmente colpito il centro storico.
Tristemente noti da queste parti il Supermarine Spitfire (caccia monoposto) e, appunto, l’Avro Lancaster – bombardiere pesante e utilizzato in particolar modo nei raid notturni – entrambi in uso alla Royal Air Force.
Bombardamenti alleati: non solo Ravenna
Nel settembre 1944 Ravenna, realtà che ha dato i natali al più bel petto d’Italia, è per due terzi distrutta. Mancano l’acqua e il gas, mentre il basso voltaggio dell’energia elettrica esclude dal servizio interi quartieri.
Dalla città alla provincia il dramma vissuto non cambia: a Cotignola, una trentina di chilometri verso l’entroterra, in neanche cinque mesi gli Alleati radono al suo l’80% degli edifici. In fondo – citando una vecchia canzone – hanno portato pace, libertà e democrazia. E qualche bomba in casa tua. Ma che cosa vuoi che sia?
Marco Battistini