L’imperialismo? Qui la questione è più complessa. Il mondo musulmano vive in un rancore costante nei confronti dell’Occidente. Sui pc dei giovani islamici di mezzo mondo girano video di bombardamenti, di civili massacrati da anonimi droni, di famiglie massacrate. Questo risentimento si alimenta di autentiche porcate occidentali, dalle malefatte di Israele a guerre sbagliate e sanguinarie come quelle contro Iraq e Afghanistan. La stessa operazione contro l’Isis sembra al quanto mal impostata, dal punto di vista militare. D’altra parte questo vittimismo fa parte di una forma mentis specifica e diventa la lente attraverso cui il mondo islamico legge tutto il suo rapporto con l’Occidente, a partire dalle crociate. Ma è un vittimismo ideologico, che dimentica spesso e volentieri gli episodi in cui il mondo musulmano è stato in posizione di aggressore, oltre che le varie guerre intra-islamiche.
Si tratta di un rancore levantino e ipocrita, insomma. E che comunque non giustifica gli attacchi: che città musulmane ha bombardato la Germania? A quando risale l’ultimo civile del Bangladesh ucciso da un occidentale? Insomma, pensare che ci odino per ciò che facciamo, cogliendo l’occasione per colpevolizzarci un altro po’, sarebbe un grave errore. Loro ci odiano per ciò che siamo. A prescindere. La molla che li spinge è ideologica. Ideologia religiosa, più che religione in quanto tale. Una ideologia che non coincide con l’Islam in quanto tale, ma che con l’Islam ha a che fare, sarebbe ipocrita e suicida negarlo. Questa ideologia è stata organizzata, fomentata e armata per tutto il corso del ‘900 dalle potenze anglo-americane, anche se oggi spesso viaggia con le proprie gambe e si ritorce contro gli stessi apprendisti stregoni. Se non comprendiamo la natura ideologica di questo odio, rischiamo di incappare in un errore cruciale, credere che ci sia un altro modo per evitare le stragi diverso dall’unico possibile: combattere.
Adriano Scianca