«Acqua di monte
acqua di fonte
acqua piovana
acqua sovrana
acqua che odo
acqua che lodo
acqua che squilli
acqua che brilli
acqua che canti e piangi
acqua che ridi e muggi.
Tu sei la vita e sempre fuggi»
Gabriele D’Annunzio
Roma, 18 nov – Il destino dell’Italia è da sempre legato all’acqua e al fascino da essa esercitato. Per accrescerne la bellezza ogni generazione ha espresso il proprio genio imbrigliando questo elemento naturale con sensazionali componenti artificiali. Nasce così l’Italia delle fontane, centinaia di opere significative su tutto il territorio nazionale. Di seguito ne viene proposta una da scoprire per ogni regione.
Val D’Aosta: Fontana del melograno, Issogne
Situata al centro del cortile del Castello di Issogne e realizzata da Giorgio di Challant in occasione del matrimonio del nipote nel 1502. la Fontana del melograno è costituita da una vasca in pietra di forma ottagonale sormontata da un albero in ferro battuto. Simbolicamente la melagrana rimanda alla castità e all’unità della famiglia.
Piemonte: Fontana dei dodici mesi, Torino
Un capolavoro Rococò di Carlo Ceppi che farebbe invidia anche a Versailles. Nello stupendo contesto del Parco del Valentino, l’allegorica Fontana dei dodici mesi è l’unico esempio rimasto del progetto architettonico fatto per l’Esposizione Nazionale del 1898.
Liguria: Monumento ai caduti, Sarzana
Inaugurato nel 1934 e posto al centro di Piazza Matteotti. Nell’opera di Carlo Fontana l’acqua si fonde al marmo di Carrara. Il monumento simboleggia lo sforzo compiuto dall’Italia per arrivare alla vittoria nella Grande Guerra. Su un lato i soldati trasportano a braccia un cannone lungo un sentiero di montagna, mentre dall’alto spicca la vittoria alata.
Lombardia: Fontana di Camerlata, Como
L’opera è un gioiello razionalista. Progettata dall’architetto Cesare Cattaneo e dal pittore Mario Radice, fu allestita provvisoriamente nel parco Sempione di Milano nel 1936, in occasione della VI Triennale. Smontata venne riportata a Como. L’opera, manufatto di ingegno architettonico e artistico, si compone di avveniristici elementi circolari e sferici.
Trentino Alto Adige: Fontana del Nettuno, Trento
Situata in piazza del Duomo, è alta 12 metri ed è il simbolo dell’abbondanza d’acqua in città. Costruita tra il 1767 e il 1769 su progetto di Francesco Antonio Giongo, ispirò anche una copia riprodotta in Renania, ad Elberfeld.
Veneto: Fontana delle tette, Treviso
Delle 23 fontane collocate all’interno delle mura cittadine la più curiosa è sicuramente la Fontana delle Tette, una copia di quella che ogni anno per festeggiare l’ingresso del nuovo podestà soleva zampillare vino bianco da una poppa e vino nero dall’altra per tre giorni.
Friuli-Venezia-Giulia: Fontana dei quattro continenti
Costruita tra il 1751 e il 1754rappresenta allegoricamente Trieste come la città favorita dalla fortuna grazie all’istituzione del porto franco. Il mondo è rappresentato da quattro statue allegoriche dei continenti conosciuti. Trieste è rappresentare da una figura femminile alata e a braccia aperte, adagiata sulle rocce del Carso e circondata da pacchi commerciali, cotone e cordame.
Emilia Romagna: Acquedotto monumentale, Ferrara
Un classicheggiante serbatoio cittadino alto 37 metri eretto nel 1932 dall’ing. Savonuzzi. Di grande effetto la fontana, sovrastata da un’imponente statua raffigurante il Po ed i suoi affluenti, opera dello scultore Arrigo Minerbi. Un vero e proprio tempio delle acque.
Toscana: Fonte Gaia, Siena
La Regina delle fonti senesi nel cuore della città, Piazza del Campo. Fu decorata nel 1409 dal maestro Jacopo della Quercia per ben 2200 fiorini d’oro. Questi diede alla Fonte le sembianze di un grande altare in marmo con bassorilievi della Creazione di Adamo, della Cacciata dall’Eden e due statue di Rea Silvia e Acca Larenzia, in omaggio alle mitiche origine romane della città.
Umbria: Fontana Maggiore, Perugia
Posta tra il Palazzo Comunale ed il duomo, la Fontana Maggiore costituisce una delle più importanti fontane medievali rimaste. Costruita forse su progetto di Frà Bevignate tra il 1275 ed il 1278, venne ornata con sculture di Nicola e Giovanni Pisano. Su un basamento circolare a quattro gradini poggia il bacino inferiore, quello più ricco di sculture.
Marche: Fontana del Maltempo, Cingoli
Semplice quanto affascinante: La “Fontana del maltempo” di Cingoli, già citata nel 1513, fu restaurata e portata alle forme attuali nel 1568, per mano della bottega dei Lombardi, allievi del Sansovino. Deve il suo nome al fatto che l’acqua scaturiva abbondante solo dopo forti piogge. Vi è raffigurato un cervo che riposa ai piedi di un albero di tasso, una variazione sul tema dello stemma di Cingoli.
Lazio: Fontana delle tartarughe, Roma
Roma è l’indiscussa città delle fontane. Impossibile sceglierne una sola. Oltre però alla celebre Fontana di Trevi, del Tritone, del Nettuno ecc. va annoverata anche la curiosa “Fontana delle Tartarughe”. Costruita a fine ‘500 su progetto di Giacomo della Porta è legata ad una leggenda. Pare infatti che il duca Mattei volle dimostrare al padre della sua amata di esserne degno, così fece erigere la fontana davanti alle sue finestre nell’arco di una sola notte. Le sculture dei quattro fanciulli che alzano le braccia per aiutare le tartarughe ad entrare nel catino superiore vengono attribuite a Taddeo Landini, mentre le tartarughe furono aggiunte nel 1658 dal Bernini.
Abruzzo: Fontana luminosa, L’Aquila
Elegante, maestosa e patriottica, venne realizzata nel 1934 dallo scultore Nicola D’Antino a conclusione di un lungo e impegnativo progetto di sistemazione urbanistica della città cominciato nel 1927. Spettacolare di sera quando la luce tricolore illumina i due nudi femminili in bronzo sorreggenti la caratteristica conca abruzzese.
Campania: Fontana dell’Esedra, Napoli
All’interno della Mostra d’Oltremare fu costruita tra il 1938 e il 1940 su progetto di Carlo Cocchia e Luigi Piccinato per celebrare il colonialismo italiano. Ispirata ai modelli settecenteschi della Reggia di Caserta è circondata da pini e lecci, con 76 vasche ad esedra contenenti circa 4000 metri cubi d’acqua e 1300 ugelli in ottone e bronzo capaci di spruzzare fino a 42 metri d’altezza; completano la struttura 12 fontane a cascata e 900 proiettori con impianto audio.
Molise: Fontana Fraterna, Isernia
Una dedica agli Dei Mani, getti d’acqua dalle inusuali forme di loggiato, realizzate recuperando frammenti di iscrizioni e bassorilievi romani in pietra bianca , colonnine ottagone ,motivi zoomorfi, fitomorfi e geometrici. Eretta nel ‘200 in onore di Papa Celestino V, anticamente sorgeva in piazza Fraterna di fronte la Chiesa della Concezione, ma in seguito al bombardamento del ‘43 che devastò l’intera città, fu spostata in Piazza Celestino V.
Basilicata: Fontana di Messer Oto, Venosa
Nella città di Orazio la fontana fu edificata tra il 1313 e il 1314, a seguito del privilegio concesso dal Re Roberto I d’Angiò con il quale si consentiva alla città di avere le fontane nel centro abitato. Questa è dominata dalla mole imponente di un leone in pietra di origine romana.
Puglia: Fontana dell’Armonia, Lecce
A ridosso del castello di Carlo V, il nome suggerisce l’idea di giovinezza legata alla forza benefica dell’acqua e ricorda l’ingresso in città, nel 1927, dell’acqua del fiume Sele mediante l’acquedotto pugliese, opera infrastrutturale promossa da Mussolini. Realizzata in pietra di Trani e bronzo, è opera dello scultore leccese Antonio Mazzotta.
Calabria: Fontana monumentale de il Cavatore, Catanzaro
Simbolo della città è incastonata nel muro dell’antico Castello Normanno e affaccia su Piazza Matteotti. Ideata e costruita da Giuseppe Rito, scultore alla cui opera si fanno risalire le origini del contemporaneo in Calabria, rappresenta la forza e la tenacia dei Catanzaresi. Fa parte del Complesso Monumentale del San Giovanni.
Sicilia: Fontana Pretoria, Palermo
Chiamata anche “Fontana della Vergogna” per le nudità delle statue che la compongono, è uno dei simboli del capoluogo. Il nobile Don Luigi Toledo, suocero di Cosimo I de Medici, decise di abbellire il giardino della sua Villa con una monumentale fontana realizzata a Firenze nel 1554. Nel 1581 il figlio di Don Luigi, indebitato, vendette l’opera al Senato palermitano. Smontata in 644 pezzi e caricata su navi fu così definitivamente trasportata in terra siciliana.
Sardegna: Fontana di Rosello, Sassari
Realizzata a inizio XVII secolo la fontana dà nome al quartiere nato nel 1930. L’acqua sgorga da otto mascheroni e da statue che rappresentano le stagioni, mentre sotto la crociera una quinta statua raffigura un dio fluviale sdraiato. L’allegoria riassume il fluire del tempo, simboleggiato dalle dodici bocche, chiamate “cantaros”. Sulla sommità due archi sorreggono la statua equestre di san Gavino, protettore della città.
Alberto Tosi