L’organizzazione della serata è affidata all’accoppiata “Pro Fighting Roma” e “Roma Fight Club”, due tra le più quotate realtà negli sport calci pugni. L’evento sarà incentrato sulla Kickboxing, nella sua incarnazione sicuramente più spettacolare ed efficace, ossia il K-1, che tanto sta appassionando il pubblico nazionale e mondiale. Disciplina che prevede l’uso di tecniche in cui si miscelano potenti pugni, tremende tibiate e temibili ginocchiate. Nel preserale “l’antipasto” sarà offerto da alcuni incontri dilettanti di 3a e 2a serie in cui si scontreranno alcuni tra i migliori atleti provenienti dalla regione. Ma tutto ciò non farà che scaldare l’ambiente ed il pubblico in vista della parte pro della serata, i cui protagonisti saranno agguerriti combattenti che si affronteranno senza protezioni, sempre nelle regole del K-1. E, a giudicare dalla quantità e qualità del programma, su cui siamo riusciti a mettere le mani, si
“E poi c’è il campione, lui non combatte per soldi, non combatte per il successo, lui combatte perché è quello che ha sempre fatto nella vita: combattere.” Rubando sempre le parole della presentazione, non possiamo non soffermarci sull’evento centrale della serata, quello che determinerà il Campione Europeo WTKA Pro a 75kg. E che vedrà entrare nell’arena il romano Davide “The Bull” Armanini e il francese Mehdi Kada. Con un soprannome come “Il toro” di certo non può trattarsi di un tipo dalle mani leggere. Davide Armanini si candida probabilmente ad essere inserito nella categoria dei campioni, ossia di coloro che sembrano essere stati creati per fare un determinato sport, e che sembrano possedere, oltre al resto, un quid “divino”. Ed il suo cartellino parla chiaro: su 24 incontri disputati ben 23 sono state le vittorie di cui queste 15 per KO. E la sua unica sconfitta è accaduta nel suo match di esordio contro un altro talento assoluto, ma a quel tempo più esperto, come Gabriele Casella. Stiamo parlando di un combattente capace di infilare l’assurda cifra di 14 KO consecutivi. E per ultimo, ma non per importanza, un atleta con una umiltà fuori dal quadrato inversamente proporzionale al talento che mostra e dimostra entro le quattro corde. Opposto al nostro portacolori, la federazione ha scelto un francese con una notevole esperienza e considerevole padronanza in diverse discipline. Infatti Mehdi Kata ha al suo attivo ben 87 match con 68 vittorie, che spaziano dal pugilato alla Savate, di cui è attuale campione di Francia. Un incontro, che si svolgerà sulla distanza delle 5 riprese da 3 minuti, che contiene in sé tutti gli ingredienti per elargire mazzate e spettacolo a più non posso.
Andrea Ferioli, allenatore di Armanini, ci ha rivelato che la preparazione è stata ancora più programmata e meticolosa del solito, vista la posta in gioco e considerato il fatto che in questo sport, come nella vita, è meglio non sprecare le occasioni. In questo periodo Davide ha lavorato duramente con gente del calibro di Valerio Ranaldi, campione italiano di pugilato, e di Mustapha Haida, anch’egli uno dei più forti fighter nel K-1 in Italia. A livello tattico, per via della maggiore altezza del francese, l’obiettivo primario dovrà essere quello di riuscire a lavorare alla corta distanza, più consona al suo atleta, ma, e questo è stato più volte ribadito, senza mai sacrificare la struttura difensiva. Poiché, in queste occasioni e con avversari di questa scaltrezza, il confine tra portare un attacco troppo spericolato e fornire il fianco all’avversario è sottile e labile quanto la possibilità di finire al tappeto. Ultima incognita da considerare sarà la novità, per l’italiano, di un combattimento sulle 5 riprese; e con tutta franchezza anche Ferioli non ha potuto prevedere del tutto, semmai il combattimento si dovesse protrarre fino all’ultimo intervallo, se il suo atleta sarà ancora così fresco e lucido da fare la differenza. Una possibilità che scopriremo solo vivendo. Per concludere, abbiamo voluto chiedere qualcosa anche a Davide Armanini. Ma non una delle solite, ed inutili, domande che sono di rito in occasioni del genere. Non quindi frasi fatte del tipo “Come ti senti?” oppure “Pensi di vincere?”, domande stupide quanto le ovvie risposte a cui il povero interlocutore è costretto a replicare.
Cosa dovrebbero insegnare gli sport da combattimento?
“Quando si parla di sport ogni esperienza ti fa crescere, e ti fa migliorare alcuni lati della vita. Ho imparato innanzitutto il rispetto verso l’avversario perché egli, come me, accetta di salire sul ring e di mettersi in gioco. Ho imparato cosa significa sacrificarsi, dedicare tanto tempo energie e fatiche al mio sport, anche per conciliarlo con il lavoro e la famiglia. Ho imparato poi che usare la testa, sul ring come nella vita, fa la differenza. Non è facile come sembra, perché non si tratta di salire e lanciare colpi, bensì bisogna ragionare, un incontro non si vince solo se si è più forti, ma perché quando si sale si è più lucidi. Ho imparato che è il gruppo che fa la differenza. Sul ring si sale da soli, ma dietro c’è un lavoro di gruppo che a volte la gente non conosce, e perciò la vittoria è anche delle persone che hanno fatto dei sacrifici insieme a te. In primis il mio allenatore Andrea Ferioli, poi Emanuele Ascione e tutti i ragazzi del gruppo “Roma Fight Club”. Ed ho imparato infine che al proprio fianco ci vuole una donna giusta, che ti capisca e ti sostenga”.
E in cosa questi sport fanno diventare uomini?
“Ogni volta che combatto è come se conquistassi un tassello di sicurezza sia sopra che sotto al ring che prima non avevo, non avevo perché non ero messo alla prova. Ogni uomo, ogni volta che sale sul ring, si mette a confronto oltre che con gli altri, con la parte più profonda del proprio essere, e c’è sempre quella piccola paranoia e insicurezza di non fare del bene e di non riuscire a dare il massimo. Ed è proprio lì che capisci che è una lotta continua per crescere e fortificarsi. Lo sport è lo specchio della vita, ti mette a nudo e fa vedere veramente che persona sei”.
Ringraziando Davide per il tempo che ha voluto dedicarci e per messaggio non possiamo non augurargli il nostro in bocca al lupo, sul ring di domenica come nella vita.
Lorenzo Mosca