Roma, 15 lug – La sinistra che commenta l’attentato a Trump è perfino peggio di quella che lo critica e lo attacca. Non la nascondono nemmeno, la propria violenza. Verbale e mentale se si parla di personaggi in vista, tranquillamente fisica se si tratta delle espressioni più ai margini, come quelle dei centri sociali. In questo caso, chiaramente, parliamo dei pincipi e dei conti della sinistra. Tra cui non può non figurare il solito Roberto Saviano. Il quale, sul suo profilo Facebook, dopo l’attentato scrive un post quanto meno “ambiguo”. E siamo molto generosi nel definirlo tale.
Saviano: “Quei pochi centimetri che avrebbero chiuso la partita”
Il testo del post è ancora presente, sulla pagina Facebook del “Vate”. Riportiamolo integralmente, il poetico pensiero: “Sangue sul viso di Donald Trump. La storia politica insegna che il proiettile che manca il bersaglio lo rafforza. Il proiettile che ha sibilato all’orecchio di Trump, ferendolo, ha trasformato Trump in vittima. Chi in queste ore si danna per quei pochi centimetri che avrebbero permesso al proiettile di chiudere la partita con uno dei peggiori leader politici dei nostri tempi, non si rende conto che nessuna cospirazione può sostituire la democrazia, che nella violenza muore la democrazia.”
Sì, c’è molto paraculismo, come al tolito, perché non potremmo definirlo altrimenti. Chi si danna non è certamente lui (vero, Robertino?), ma ingenui democratici che “non si rendono conto”. Però insomma, il puntiglio sul “chiudere la partita” il caro oracolo non può evitare di menzionarlo…
La solita sinistra ipocrita non si smentisce con Trump: prima suscita, poi predica
Lo avevamo già accennato nella prima riflessione di stamattina, ma qui andiamo un pochino più in fondo. La sinistra – americana ma non solo – contro Trump ha scatenato l’inferno negli ultimi anni. Verbale, dialettico, mentale. Ora, indipendentemente da quanto possa stare simpatico o antipatico il tycoon, è inevitabile che tutto ciò possa produrre delle conseguenze. Soltanto una settimana fa Joe Biden – lo stesso che adesso ha condannato l’attentato e ha detto che “ora dobbiamo fare tutti un passo indietro per l’America”, senza usare parole precise al millimetro ma insomma, questo è il pensiero – dichiarava in modo neanche troppo velato che Trump andava “messo nel bersaglio”. Dubitiamo ci sia molto altro da aggiungere…