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Lavoro, il governo è una delusione ma la sinistra (come sempre) è peggio

by Stelio Fergola
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lavoro sinistra

Roma, 2 mag – Lavoro e sinistra non dovrebbero manco essere parole messe nella stessa frase. Questo sebbene da parte del governo di centrodestra sulla questione non è che si stia facendo molto, a parte i soliti “inverventini” limitati da cui non si riesce ad uscire da decenni.

Lavoro, la sinistra che frigna è perfino peggio della destra inconsistente

Lavoro e sinistra sono ossimori. Al netto delle parole, come al solito inutili e prive di sostanza, che vengono dalle numerose piazze del primo maggio, ovviamente colonizzate dalla sinistra – in forma di sindacati – come avvenuto a Potenza dove si scatenano con una frase da bigliettino della fortuna: “È la festa del lavoro e non del governo”. Poi ci sono il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle: due partiti, stessa etnia. Anche quando litigano o fanno finta di litigare. Per la sinistra – come al solito puramente a caso, non individuando mai i problemi sostanziali – gli interventi del governo “aumentano il precariato” e “sono solo propaganda”, quando ci ben altro su cui concentrarsi. Peraltro, critiche che vengono da chi, da governante ufficiale, è sempre andato nella direzione opposta: quella di impoverire a spron battuto.

Da governanti contro i lavoratori, da oppositori solo frignoni

I governi di sinistra – con la finta opposizione di sindacati che si scatenano solo quando a Palazzo Chigi ci va una maggioranza di centrodestra – sono quelli che più hanno distrutto il lavoro in questo Paese e che più di tutti hanno consolidato il regime della precarietà. Dopo di che, a destra non è che abbiano mai tentato seriamente di salvare capra e cavoli. Insomma, se Atene piange, Sparta certamente non ride. Ma della sinistra opposizione fa ridere – o meglio piangere – la strumentalità delle polemiche, concentrate troppo spesso su vere e proprie sciocchezze e praticamente mai su questioni reali (si pensi al Cdm radunato il primo maggio: cari Maurizio Landini e soci, magari fosse quello il problema). Poi sì, c’è pure una sorta di “simulazione di realtà” quando si sostiene: “Quei 4 miliardi di taglio non bastano”. E qui le questioni su cui concentrarsi sono due: la prima è perché non bastino. La seconda è perché, da sinistra al potere, non si sia mai andati in direzione opposta. E la risposta vira ancora una volta – tristemente – verso Bruxelles.

Stelio Fergola

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