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Marte, la clamorosa scoperta: l’esperimento Moxie trova il modo di produrre ossigeno

by Stelio Fergola
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Marte ossigeno Moxie

Roma, 1 set – Su Marte si può produrre ossigeno. La notizia, riportata da Tgcom24, pare in effetti clamorosa.

Marte, l’ossigeno è possibile: l’esperimento Moxie

Marte, il pianeta più attenzionato dagli scienziati, (il più vicino alla terra tra quelli studiati per eventuali e per ora fantascientifiche colonizzazioni future), può produrre ossigeno. Adesso è addirittura ufficiale, e ci sono dati concreti a dimostrarlo, messi in evidenza da Moxie (Mars Oxygen In-Situ Resource Utilization Experiment) a bordo del rover Perseverance della Nasa. Atterrato sul pianeta nel febbraio 2021, Moxie ha estratto ossigeno dall’atmosfera marziana, arrivando alla quantità di sei grammi per ora: quanto un piccolo albero sulla terra. Il risultato clamoroso è stato pubblicato su Science Advances da una squadra di ricercatori, guidata dal Massachusetts Institute of Technology (Mit). Moxie, delle dimensioni di una batteria per auto, è stato azionato sette volte per diverse ore.

Come Moxie produce ossigeno

Sostanzialmente, Moxie aspira l’aria marziana. Poi atrraverso un filtro la ripulisce e la pressurizza. Successivamente, l’aria viene inviata ad un altro strumento, Soxe  (Solid Oxide Electrolyzer), il quale “scompone” l’anidride carbonica in ioni di ossigeno e monossido di carbonio. Gli ioni, isolati successivamente, si ricombinano fino a generare ossigeno molecolare respirabile. A quel punto, Moxie misura la quantità prima di rilasciarlo in modo sicuro nell’aria.

Il Mit: “Risultato storico”

Per il vice responsabile di Moxie Jeffrey Hoffman è un “risultato storico”: “Questa è la prima dimostrazione dell’effettivo utilizzo delle risorse sulla superficie di un altro corpo planetario e della loro trasformazione chimica in qualcosa che potrebbe essere utile per una missione umana”.

Il futuro

Una versione più grande potrebbe essere inviata su Marte per produrre quantità di ossigeno molto superiori e in modo continuo. I ricercatori sostengono che un sistema del genere potrebbe generarne abbastanza per sostenere la vita degli astronauti sul pianeta.

Stelio Fergola

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