Roma, 2 feb – Solo una boutade? O il tentativo di lanciare il sasso nello stagno per vedere “l’effetto che fa”? Di certo c’è che la proposta è stata lanciata e sarà destinata a far discutere. Parliamo dell’idea di Amazon di dotare i lavoratori dei suoi centri smistamento di un braccialetto elettronico con l’obiettivo di migliorare l’efficienza della catena logistica.
Non si tratta dell’ennesimo ammennicolo in vendita sul popolare sito di commercio elettronico e buono per tutte le stagioni ma di un prodotto pensato in casa dalla stessa Amazon, la cui domanda di brevetto è stata depositata nel 2016 ed ha ricevuto il via libera martedì scorso. Insomma, da Seattle sarebbero già pronti a partire.
Ma come funziona questo braccialetto? Legato al polso dei magazzinieri, riceverà gli ordini e vibrando li guiderà attraverso gli scaffali dei centri logistici alla ricerca della merce da impacchettare per la spedizione. Fin qui niente di strano, parliamo di un normale adattamento della tecnologia ai fini di migliorare la produttività come già accaduto, ad esempio, con l’introduzione di tablet e smartphone. Tra le funzioni è però prevista anche la possibilità di tracciare i movimenti degli addetti: una forma di controllo a distanza che, messa nelle mani di Amazon, può trasformarsi nell’ennesimo strumento di pressione su dipendenti già spremuti all’osso.
Le reazioni non si sono fatte attendere. “Gli unici braccialetti che facciamo in questo paese sono quelli che produce la nostra gioielleria”, ha tuonato il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda al termine di un incontro con i dirigenti di Amazon: “Una cosa come quella – ha aggiunto – che non è in uso ma è stata brevettata in Italia non ci sarà mai”. Più cauto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: “Per avere determinate autorizzazioni e possibilità ci debba essere un accordo con le organizzazioni sindacali o, dall’altra parte, un’autorizzazione delle autorità competenti”, ha spiegato, non chiudendo la porta ad alcun divieto preventivo. D’altronde, se un tempo gli strumenti di controllo a distanza erano di fatto esclusi, con la riforma del Jobs Act – partorita fra gli altri dallo stesso Poletti – tale divieto è in parte venuto a decadere: le aziende oggi possono monitorare gli strumenti di lavoro dati in dotazione ai propri dipendenti senza richiedere pareri preventivi ai rappresentanti degli stessi o al ministero del Lavoro. E il sospetto che il braccialetto di Amazon possa rientrare in questa “casistica” è più che fondato.
Filippo Burla
Operai o automi? Proposta shock di Amazon: braccialetti per controllare i lavoratori
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