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Primato Nazionale: è italiana la cura per la sindrome di Brugada

by La Redazione
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cuore sindrome di brugadaRoma, 26 set – La sindrome di Brugada rientra fra le artimie cardiache ed è responsabile, in Italia, di almeno 50mila morti l’anno. Porta il nome del medico – Josep Brugada – che all’inizio degli anni ’90 diede, insieme al fratello anch’egli medico, la descrizione più completa della malattia, la quale si stima causare il 15-20% delle morti improvvise fra gli under 40.
La patologia è a carattere genetico e colpisce, secondo le stime, almeno mezzo milione di italiani, molti dei quali nemmeno sanno di esserne affetti. E portano con loro una potenziale bomba ad orologeria nel petto. Grazie ad uno studio guidato dal professor Carlo Pappone, direttore dell’unità operativa di elettrofisiologia e aritmologia dell’Irccs Policlinico San Donato di Milano, si apre però da oggi una speranza in più per chi è affetto dalla sindrome.
In uno studio pubblicato nella versione online della rivista Circulation: Arrhythmia and Electrophysiology, Pappone – oltre 150mila interventi all’attivo, 295 pubblicazioni e 12 mila citazioni – insieme ad altri descrive una modalità innovativa di intervento per eradicare al cuore l’origine della malattia. L’intervento si caratterizza per una tecnica di ablazione che, con una corrente elettrica, brucia le cellule cardiache responsabili della patologia dopo averle individuate attraverso un mappaggio elettromagnetico del ventricolo.
Attraverso il metodo ideato da Pappone sono già stati operate e guarite 25 persone affette. “Sarà molto importante – spiega Pappone – per tutti quei pazienti che, consapevoli di avere la Sindrome di Brugada, vivono nel terrore delle conseguenze della loro malattia. Altri tentativi per eliminarne i sintomi, e in particolare le aritmie, erano stati eseguiti nel passato con buona percentuale di successo. Ma non avevano come obiettivo l’eliminazione completa della malattia. Questo è il primo studio al mondo in cui una malattia genetica può scomparire“.

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bortolo Martini 30 Settembre 2015 - 11:27

Il Prof. Brugada, e molti Medici anche Italiani dimenticano alcune cose:
-La sindrome non è stata scoperta da Pedro e da Suo Fratello ma da Nava, Martini, Thiene in Italia 5 anni prima.
http://digilander.libero.it/martini_syndrome/
Fin dal primo articolo gli Italiani avevano dimostrato che si trattava di una malattia organica, genetica legata ad alterazioni del tratto di efflusso del Ventricolo destro.
Per anni il Prof. Brugada ha contestato tale teoria e solo adesso che suo fratello ha confermato le nostre ipotesi si inalbera, e parla di dati non corretti.
Siamo lieti che il Prof. Brugada, dopo che migliaia di soggetti sani asintomatici sono stati terrorizzati e sottoposti in tutto il mondo ad impianto di defibrillatore (nonostante chiare evidenze scientifiche di un eccesso terapeutico), assuma una posizione di prudenza, verso una ulteriore terapia invasiva, ancora con risvolti economici oltre che scientifici.
Speriamo che alle belle parole seguano i fatti e che si smetta di voler curare curare soggetti sani, con la sola colpa di essere nati con un elettrocardiogramma particolare.
Un elettrocardiogramma non è una sindrome. Questo è scritto nei libri di Medicina, ma purtroppo non è molto chiaro.
Dr Bortolo Martini
Primario Cardiologo
Ospedale di Santorso (VI)

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