Roma, 21 ago – Non รจ questa lโoccasione per valutare lโopportunitร di affidare completamente allo Stato la gestione della rete autostradale nazionale. Piuttosto: questa รจ lโoccasione propizia per ricordare a tutti noi quanto la grandezza di un paese vada di pari passo con lโavanzamento del paese stesso, col progresso e quindi col miglioramento delle condizioni in cui i consociati – ovvero tutti noi – vivono, lavorano e prosperano. Infrastrutture comprese.
Lโidea di un processo sommario in assenza di contraddittorio in cui vengono riversati sui presunti colpevoli vagonate di bile รจ roba buona per un manipolo di imbonitori incapaci di fissare una frequenza alta nel rapporto coi propri sostenitori anche laddove lโoccasione si faccia ghiotta, tremendamente allettante per scaldare con poco gli animi di tutti. Sรฌ, รจ presumibile che il gruppo Autostrade per lโItalia non abbia svolto interamente gli accertamenti e gli investimenti per garantire la sopravvivenza di quel ponte di Genova; ed รจ altrettanto presumibile che le scuse e le toppe postume non possano risarcire le famiglie delle vittime. Potremmo continuare allโinfinito in una sequenza inutile, seppur sentimentalmente inoppugnabile, di frasi fatte nate dallโesigenza di accodarsi a chi dello stracciamento di vesti ha fatto la propria missione di vita. Ma non รจ questo il nostro stile.
ร opportuno focalizzare le nostre forze e la nostra attenzione su di un un punto fondamentale, ovvero lโesigenza che lโItalia non arretri di un millimetro nella costruzione di opere pubbliche anche infrastrutturali cosรฌ da non perdere posti nella classifica dei paesi maggiormente comodi e attraenti per chi voglia viverci o investirci del danaro. La peregrina idea di risparmiare denari pubblici evitando qualsiasi spesa pubblica con lโintenzione di investire quelle somme in modo piรน opportuno รจ il preludio per lo sconvolgimento dellโassetto dinamico e funzionale della nostra Italia. E giustificare questa indolenza col rischio che intervengano associazioni malavitose capaci di inserirsi nella costruzione delle opere pubbliche รจ piรน di quanto sbagliato possa fare un governo: significa arretrare incalzato dalla vigliaccheria e dal timore di non riuscire a preservare la vita del proprio paese dalle incursioni delle associazioni mafiose. Il sindaco di Roma, la signora Raggi, riparandosi dietro delle giustificazioni pazzesche ha preso a calci lโopportunitร di far svolgere le Olimpiadi in Italia, regalando quellโoccasione unica ad un altro paese nostro concorrente. Sebbene si tratti di contesti diversi, la mentalitร รจ la solita che impone il rifiuto della alta velocitร chiamata Tav e di altre grandi opere: la avversione per il progresso, la preferenza per il comodo arretramento, le fantasie sui complotti che si celerebbero dietro ogni progetto o proposta, sventabili quindi negando la possibilitร al Paese di essere protagonista del proprio tempo.
La situazione in cui versa Genova e il morale a pezzi dei genovesi puรฒ essere paragonato a quello successivo allโattentato dellโ11 settembre 2001: incertezza sulle proprie capacitร , sospetto di colpe immani nascoste dietro il disastro e lโidea che spingersi troppo in alto sia deleterio e pericoloso. Nessuno aveva abbattuto due grattacieli con due aeroplani. Il conto dei morti fa ancora impressione, eppure possiamo stare certi che oggi, dopo quellโesperienza pazzesca, i grattacieli sapranno reggere anche lo scontro con un aereo di linea scaraventatogli addosso. Dobbiamo noi italiani pretendere che giustizia venga fatta nelle sedi opportune e nelle modalitร adatte, ma mai dovremo abbandonarci allโidea che siccome un ponte รจ crollato, forse sarebbe opportuno evitare di utilizzare gli altri o di costruirne di nuovi. Meglio impiegare due ore in piรน per arrivare a destinazione che sfracellarsi al suolo: sembra pura logica, ma in veritร รจ lโinizio della fine poichรฉ gli uomini sono grandi e fanno cose grandi quando non pongono limiti a sรฉ stessi. Le migliori civiltร e i migliori condottieri erano quelli che gettavano prima il cuore oltre lโostacolo e poi, in un impeto di eroismo e sana follia, anche sรฉ stessi. Non possiamo ritenerci topi in gabbia asserragliati dalla paura di sbagliare, di osare troppo: รจ in nostro potere sconfiggere i batteri che seminano la morte nel mondo e la forza di gravitร che fa crollare ponti e palazzi.
Il Movimento 5 Stelle รจ da sempre veicolatore di idee facili e superficiali: il complotto รจ ovunque, la decrescita รจ piรน semplice della crescita e se una persona รจ disoccupata dobbiamo stipendiarla. ร un affronto che qualcuno venga pagato per partorire idee simili e il cui difetto non รจ tanto lโerronea base su cui si poggiano, bensรฌ la loro intrinseca banalitร . Da sempre boicottano le grandi opere come la Tav o il Tap, costruzioni differenti ma nate dalla medesima idea di progresso continuo e miglioramento degli standard di vita. Oggi, dopo la tragedia di Genova, dopo lโesternazione di Conte sulla necessitร di non attendere i tempi della giustizia e dopo le loro infinite dichiarazioni contro le opere pubbliche favorevoli al commercio, i grillini si indignano se la borsa cala e si abbandonano al solito stupido complottismo. Oggi, a differenza di quanto avvenuto in passato, soggetti esteri ci stanno dicendo che farsi crescere lโerba sotto i piedi รจ deleterio e improduttivo, atteggiamento oltretutto foriero di perplessitร in coloro che potrebbero investire le proprie risorse in Italia. Paese, questo, che racconta una storia fatta di grandi personaggi e grandi imperi, meritevole di perpetuarsi nel tempo e nei secoli a venire senza che un manipoli di gaglioffi celebri il suo funerale per il timore degli ostacoli che, durante la vita, potrebbero presentarsi. Sarebbe un insulto al buon senso e al sentimento patriottico che ognuno di noi dovrebbe provare. Lโincompetenza grillina che livella verso il basso la qualitร di coloro che hanno intenzione di governarci e lโinconsistenza di personaggi incapaci di gettare il proprio cuore oltre lโostacolo, crea un mix letale di โstagnatismoโ in cui lโunica previsione per il futuro consiste nellโattendere il giorno successivo. Fermi, idioti, inermi, inefficaci, mentre il mondo attorno a noi gira godendosi il tetro spettacolo di un Paese che fu grande. Essere nelle mani di questa gente, oltre ad una constatazione, risulta essere un incubo.
Lorenzo Zuppini
1 commento
ottimo articolo, bravo, direi il migliore scritto qui sopra su Genova fino ad oggi