Roma, 17 gen – Oggi la Camera voterà la missione dei soldati italiani in Niger. Accanto alle missioni militari già in essere quella in Niger si dice sia la più importante, perché dovrebbe contrastare il terrorismo e il traffico di esseri umani, mettendo così un argine alla piaga dell’immigrazione illegale. Almeno così è sulla carta. La missione interesserà anche Mauritania, Nigeria e Benin. In tutto dovrebbero essere schierati 470 militari, dei quali 120 entro i primi sei mesi dell’anno, per poi andare a regime entro la fine del 2018. Costerà circa 30 milioni di euro l’anno.
Ma non sarà solo il Niger, tra i Paesi africani, a vedere schierate le truppe italiane nel 2018. C’è tanta Africa, infatti, nelle missioni che vedranno impegnati i militari italiani. In Niger oltre ai 470 uomini sul campo verranno inviati 130 veicoli ed equipaggiamenti logistici per una missione che si protrarrà nel tempo, con un impegno finanziario previsto di 150 milioni di euro l’anno. Una cifra che solo in parte verrà compensata dal ritiro di una parte del contingente in Iraq e in Afghanistan.
Già, perché il governo intende ridurre la presenza in Medio Oriente concentrando i soldati in Africa, ma ha stanziato un budget superiore a quello del 2017 per le spese militari, che passerà dai 1.427 a 1.505 milioni di euro. Una cifra che però coprirà le spese delle missioni fino a settembre 2018, poi i fondi si dovranno trovare strada facendo.
Accanto al Niger si andrà a rafforzare la presenza in Libia, con 400 soldati, e poi un contingente verrà schierato in Tunisia, dove verranno coinvolti 60 militari per 4 milioni e 900 mila euro di spesa nella missione Nato. Infine il Marocco e la Repubblica Centrafricana, dove l’Italia contribuirà, anche se con un esiguo impiego di militari, alle missioni dell’Onu e dell’Ue.
In tutto le missioni italiane fino a oggi consistono in 33 operazioni effettuate in 22 Stati di tre continenti (Europa, Asia e Africa) con l’impiego di circa 7mila militari. Nel 2018 saliranno a 35 operazioni ma con una riduzione dei militari mobilitati di almeno 500 unità.
Anna Pedri
Dal Niger all'Iraq: dove saranno i soldati italiani nel 2018
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2 comments
Io utilizzerei i nostri militari a casa nostra! Cioè… li metterei sulle coste ad impedire gli sbarchi e nelle città a provvedere al rimpatrio di quelli già presenti… liberare le case occupate ecc… a difesa di noi italiani insomma! È solo la mia opinione… Comunque grazie alla redazione del PN siete grandi… ! AVANTI??
I nostri Soldati dovrebbero essere impiegati a difesa del NOSTRO Territorio Nazionale ! W I D S !