Roma, 11 feb – Chissà se i vari Servegnini, Dandini e gli altri soloni della giuria radical chic sanremese avrebbero votato lo stesso per favorire il primo posto di Mahmood al festival di Sanremo, se avessero saputo le sue reali simpatie politiche. Sì perché il cantante di padre egiziano, lungi dallo schierarsi per il Pd o Potere al Popolo come vorrebbe qualcunodue anni fa sui social dava indicazioni di voto per Forza Italia.

Dalle profondità di Facebook, infatti, qualche buontempone ha riesumato ieri un post del 2016 che ha fatto impallidire le vecchie zie del giornalismo gauche caviar italico. In data 11 aprile 2016 infatti, Alessandro Mahmood condivide la pagina di Daniel Camardo, candidato della lista per Parisi sindaco alle ultime elezioni comunali milanesi, ora attuale capogruppo di Forza Italia al Municipio 5: “Vi chiedo di mettere mi piace alla pagina di questo mio amico. Daniel Camardo è un giovane con le idee valide”. E chiosa con l’hashtag #iostoconcamardo.

Insomma, i radical chic avevano appena iniziato a cannibalizzare la vittoria del giovane cantante con i vari “la sinistra riparta da Mahmood”, ma qualche simpatico guastafeste munito di Google e tanta pazienza ha rotto loro le uova nel paniere. Come suona ironico ora quel “Mahmood, origini egiziane, vince Sanremo. Nonostante Salvini“, come aveva subito roboato il Pd del Lazio dalla pagina Facebook. E quindi contrordine compagni. Ad averlo saputo prima, forse le varie anime belle della giuria non si sarebbero fatte intenerire da quel 50% di sangue egiziano.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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