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Stellantis, anche negli Usa non sopportano Tavares: pronti gli scioperi contro l’ad

by La Redazione
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Roma, 21 ago – Stellantis va dalle “stelle alle stalle”, Carlos Tavares intasca stipendi indecenti ma sta riuscendo nell’impresa di diventare l’uomo più antipatico su scala globale, almeno per quanto concerne il mondo imprenditoriale. Sul Giornale, infatti, vengono riportate voci di protesta pure dagli Stati Uniti.

Anche negli Usa non sopportano Tavares

Negli Usa i sindacati sono pronti a mobilitarsi contro Stellantis e Tavares. È Shawn Fain, presidente del sindacato americano Uaw (United automobile workers) ad attaccare duramente sia Stellantis che Carlos Tavares. Nel palcoscenico della “Convention democratica” di Chicago, Fain ha dichiarato che “Stellantis deve mantenere le promesse fatte nel contratto sindacale. E noi della Uaw siamo pronti a intraprendere qualsiasi azione necessaria verso questo gruppo, ma anche nei confronti di altre aziende, per mettere tutti davanti alle loro responsabilità”.  Fain ha poi attaccato pesoalmente l’ad lusitano, definendolo un “manager oversea” in senso dispregiativo rispetto a una “superiore” qualità di quelli statunitensi.

La polemica riguarda l’impiando di Belvidere, nell’Illinois, dove – tanto per cambiare – erano stati pianificati investimenti e nuove assunzioni. Dal momento che nulla di tutto ciò è stato attuato, almeno per ora, Fain ha minacciato apertamente uno sciopero a livello nazionale, anche per protesta contro i 2.450 licenziamenti annunciati a Warren (Detroit). Stellantis, con il suo solito “stile” ha risposto di “non aver violato gli impegni assunti nella lettera di investimento inclusa nel contratto collettivo Uaw 2023 e si oppone fermamente alle accuse del sindacato”.

Un personaggio oscuro e dall’intelligenza “limitata”

A prescindere dalla ferma condanna morale di quanto sta generando Stellantis sotto praticamente ogni punto di vista, non si può non tracciare un minimo profilo del suo “leader esecutivo”, se così possiamo definirlo. Un personaggio controverso ma anche noto per non essere senza dubbio uno che si accontenta. D’altronde, nel 2013, Tavares lasciò Renault-Nissan proprio perché – parole sue – non aveva prospettive di diventarne il “numero uno assoluto”. L’ambizione del dirigente portoghese era sempre stata quella di diventare il Ceo di un gruppo automobilstico importante, sogno che si realizza quando viene nominato presidente del cda e amministratore di Groupe PSA, ovvero l’azienda da cui, insieme anche a Fiat, sarebbe nata successivamente Stellantis.

Sul profilo di Tavares si potrebbe scrivere molto e ci promettiamo di farlo in futuro. Di certo, l’ego dell’uomo non sembra un mistero. Che però denota un’intelligenza “sociale” piuttosto limitata. Anche in un carattere simile, infatti, si può ritrovare la ragione psicologica per intascare uno stipendio da oltre 36 milioni, come quello che ha fatto il giro del mondo nella giornata di ieri, mentre l’azienda presieduta si trova a dover tagliare personale e stipendi. Una ragione che però, oltre ad essere di una gravità morale inaudita, scoperchia anche uno scarso senso della misura. Il quale – come si è visto non solo in Italia, ma anche in America e negli ambienti interni della stessa Stellantis – potrebbe essere pagato a caro prezzo.

Aurelio Del Monte

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