Torino, 2 lug – Sospeso per una giornata lavorativa per aver tenuto la fotografia di S.E. Mussolini sulla scrivania dell’ufficio. E’ quanto è successo a un carabiniere in Val di Susa, che ha poi inutilmente ricorso al Tar del Piemonte. Come riporta Il Messaggero i giudici hanno convalidato la decisione adottata dai superiori nei confronti del militare dell’Arma, reo di non aver osservato i propri doveri sanciti dalla Costituzione che è “fondata sui valori dell’antifascismo e di ripudio dell’ideologia autoritaria fascista” e “pone il principio di apoliticità delle forze armate medesime”.

Delazione No Tav

Assieme alla foto raffigurante Mussolini, il militare avrebbe tenuto sulla scrivania altre immagini di epoca fascista. A fare “la spia” era stato, nel 2016, un attivista No Tav che aveva segnalato la presenza del pericolosissimo materiale ad un parlamentare. Il politico avrebbe riferito il fatto ai superiori del carabiniere. Da lì la punizione con un giorno di consegna, inflitta dal comandante della stazione. Il “fascista” aveva poi presentato ricorso contro la sanzione, che i giudici del Tar del Piemonte hanno bocciato. In realtà, la contestazione degli ufficiali non riguardava il “mero possesso” dell’oggettistica, ma la loro “ostensione” sul luogo lavorativo. Nella sentenza, i giudici concordano nel pensare che “il soggetto indagato (il delatore No Tav, nda) condotto presso il suo ufficio, risultava di area antagonista e sottoposto a misure cautelari” insieme ad altri soggetti tra cui una donna accusata “di oltraggio a pubblico ufficiale per aver gridato ‘fascista’ a un carabiniere”. La settimana precedente il Tar aveva confermato un altro provvedimento disciplinare contro un collega dell’appuntato, che teneva appeso in ufficio un calendario dei carabinieri del 1939 con la foto di Benito Mussolini in copertina.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

6 Commenti

  1. Nel 1988 insegnavo in una SMS di Palermo. Il preside aveva messo il ritratto del Capo dello Stato nel cestino ed aveva appeso negli suo ufficio il ritratto di Che Guevara. Fui l’unico a contestare..era un atto illecito! Tutti contro..tranne il segretario della scuola..El “comandante” rimase alla parete per anni..non successe mai nulla!

  2. I partigiani??? Bei racconti me ne faceva il nonno e adesso a quasi 70 anni capisco eccome… rastrellavano rubavano mangiavano stupravano e facevano come gli pareva tanto eran uccel di bosco ,ma el mi nonnin per fortuna un ll’era scemo e a quattro di questi pezzi di merda di partigiani li mando sulla sedia a rotelle! E premetto mio nonno era antifascista.

  3. Droga libera divorzi culattoni dappertutto zingari che ci derubano e ammazzano milioni di immigrati che arrivano in italia a fare come gli pare e piace… non voglio elencare quello che hanno combinato albanesi rumeni e negri in italia sin dagli anni 90 quant omicidi rapine droga stupri ahanno commesso,, e ancora parliamo male di MUSSOLINI?? ci sarebbe stato questo schifo se non dico mussolini ma uno con due palle come mussolini invece dei finocchi comunisti che ci hanno derubato e governato? mussolini quando e’ stato impiccato a testa in giu da quell’assassino di pertini non gli e’ cascata una lira dalle tasche! ,

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