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Torino, all’Università arriva la pseudoscienza queer

by Sergio Filacchioni
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Torino

Roma, 3 dic – L’Università di Torino è il primo ateneo italiano a lanciare un corso di “Queer studies” per i suoi studenti: la prima lezione – prevista per il 17 febbraio – sarà tenuta da un nome noto nella arcobaleno-sfera, Federico Zappino dell’Università di Sassari, già finito al centro delle polemiche per un progetto omologo di cui vi avevamo informati qualche tempo fa.

Queer studies: dopo Sassari sbarcano a Torino

UniTo lancia il primo corso interdisciplinare di Queer Studies in Italia, un insegnamento da 6 crediti formativi che attraverso vari moduli, affronta alcuni temi classici della sedicente “teoria queer”, come l’orientamento sessuale e di genere, il femminismo, l’”intersezionalità” delle diverse forme di discriminazione. Il corso sarà erogato interamente in lingua inglese e potrà essere inserito nel percorso di studi da tutte le studentesse e gli studenti dell’Ateneo. L’insegnamento prenderà il via nel secondo semestre dell’anno accademico in corso 2024-2025 ed è formalmente incardinato nel corso di laurea in Global Law and Transnational Legal Studies del Dipartimento di Giurisprudenza. Dietro le quinte di queste pseudoscienze sappiamo bene cosa si trova: il comandamento progressista “distruggere l’identità” in nome di una soggettività completamente disancorata da storia, cultura e perfino biologia. Il tutto ovviamente non sarà altro che un grande scatolone di propaganda politica, basta vedere che cosa sarà proposto agli studenti in effetti: la teoria queer, la storia del movimento LGBTQI+, gli aspetti interdisciplinari della nozione di genere, l’identità di genere e la transessualità, la medicina di genere, il rapporto tra cristianesimo e omosessualità. E ancora: le tematiche LGBTQI+ nel cinema e nel teatro, gli stereotipi sessuali e di genere nei media, le non monogamie e le nuove forme di famiglia, le nuove forme di genitorialità e genitorialità LGBTQI+, la gender architecture, asilo e protezione internazionale per migranti LGBTQI+, disabilità, sessualità e abilismo, i bias di genere nella teoria economica. Ecco qui il il manifesto della galassia arcobaleno mascherato da scienza: e pensare che ci dicono sempre che “la teoria gender non esiste“.

Riaffermare l’ideale dell’uomo “completo”

Urge dare un seguito alla risoluzione della Lega approvata di recente in commissione Cultura, affinché si tutelino libertà della ricerca e autonomia dell’insegnamento ma allo stesso tempo si sgombri il campo dai tentativi di indottrinamento e che soprattutto ciò non avvenga con soldi pubblici”. Lo ha detto il deputato del Carroccio Rossano Sasso, capogruppo in commissione Scienza, Cultura e Istruzione. Il discorso in effetti sembra calzare, ma oltre a mettere un freno alle ambizioni egemoniche della sinistra radicale sarebbe ora di affrontare tutto questo in termini più pragmatici: ai nostri popoli europei servono donne e uomini, non spiantati allogeni. Contro questo “declino antropologico” che vuol dire declino demografico, declino delle capacità cognitive riflesso dalla caduta del quoziente intellettivo, moltiplicazione delle patologie causate dall’artificializzazione degli stili di vita, incapacità di affrontare situazioni conflittuali nonché aumento dei disturbi dell’identità sessuale, occorre riaffermare l’ideale dell’uomo “completo”, rifiutando la pigrizia intellettuale e fisica. Urge quindi dare una risposta accademica, scientifica e sociale all’avanzata di questo fango ideologico nelle università.

Sergio Filacchioni

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