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Austria e Germania alzano i muri: svolta sull’immigrazione

by Sergio Filacchioni
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Austria

Roma, 28 mar – In Europa ci si prepara a una nuova stretta sull’immigrazione. Dopo l’annuncio del governo austriaco di sospendere temporaneamente il ricongiungimento familiare per i migranti, anche la Germania si muove nella stessa direzione. Secondo quanto rivelato dal quotidiano Bild, il leader della CDU e cancelliere in pectore Friedrich Merz starebbe già lavorando a un “piano segreto” per respingere i migranti alle frontiere esterne, in collaborazione con Polonia, Repubblica Ceca, Austria, Svizzera e Francia.

Austria: stop ai ricongiungimenti familiari

A Vienna, la nuova coalizione di governo composta dal Partito Popolare (ÖVP), dai Socialdemocratici (SPÖ) e dai liberali di Neos ha annunciato una misura destinata a far discutere: il blocco temporaneo dei ricongiungimenti familiari per i migranti con status di protezione. La motivazione? Evitare il sovraccarico dei servizi sociali. “Le capacità dell’Austria sono limitate, non possiamo accogliere un numero illimitato di persone”, ha dichiarato il cancelliere Christian Stocker, sottolineando la necessità di una “profilassi” per prevenire un aumento incontrollato degli arrivi. Secondo i dati ufficiali, nel 2024 erano entrate nel Paese 7.762 persone attraverso il ricongiungimento familiare, mentre nel 2023 il numero era stato ancora più alto: 9.254. La maggior parte dei nuovi arrivati erano minori. Il provvedimento, che deve ancora ottenere l’approvazione del Parlamento, è già stato notificato alla Commissione Europea. Tuttavia, i critici hanno già denunciano una possibile violazione delle normative UE sull’asilo e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Germania: il piano Merz per fermare i migranti

Nel frattempo, a Berlino, Friedrich Merz si prepara a una svolta storica nella politica migratoria tedesca. Dopo le elezioni di febbraio, il futuro cancelliere della CDU aveva promesso misure drastiche per contrastare l’immigrazione clandestina e ora, secondo Bild, sta lavorando in segreto con diversi paesi europei per implementare un piano che prevede respingimenti diretti alle frontiere. L’iniziativa di Merz sembra seguire il modello di Giorgia Meloni in Italia e quello di Donald Trump negli Stati Uniti. Il suo obiettivo è impedire l’ingresso di chi non ha documenti in regola e accelerare le espulsioni degli irregolari. La questione è tornata prepotentemente al centro del dibattito pubblico dopo l’ennesimo tragico accoltellamento, avvenuto ad Aschaffenburg, dove un ex richiedente asilo ha ucciso due persone tra cui un bambino di due anni. Secondo Bild, il piano di Merz potrebbe basarsi su una proposta avanzata dal premier polacco Donald Tusk a gennaio, quando, in qualità di presidente del Senato dell’UE, aveva suggerito di sospendere il diritto d’asilo per contenere i flussi migratori. La Polonia, infatti, ha già annunciato questa settimana lo stop alle richieste d’asilo, una mossa che potrebbe fare da apripista per altri paesi europei.

Verso un nuovo asse europeo anti-immigrazione?

La stretta migratoria decisa da Vienna e Berlino non è che una buona notizia: potrebbe segnare l’inizio di un nuovo asse europeo in tema di immigrazione. Se la Germania e l’Austria riuscissero a implementare le loro misure senza incontrare ostacoli legali da Bruxelles, altri paesi potrebbero seguirne l’esempio, ridisegnando le politiche migratorie dell’Unione Europea. In un contesto in cui il malcontento popolare contro l’immigrazione irregolare cresce, le politiche di Merz e Stocker potrebbero rivelarsi decisive anche per le prossime elezioni europee. L’UE si troverà dunque di fronte a un bivio: allinearsi alle richieste di maggiore rigidità o continuare a difendere il modello attuale basato sul diritto d’asilo.

Sergio Filacchioni

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