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Trump contro la calciatrice Lgbt: “Non cantare l’inno è sempre sbagliato”

by Elena Sempione
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Washington, 26 giu – Sta facendo molto discutere la scelta di Megan Rapinoe, calciatrice 33enne della Nazionale statunitense, di non cantare l’inno americano prima delle partite. Il «co-capitano» della compagine femminile, fresca di doppietta agli ottavi di finale contro la Spagna, aveva infatti motivato il suo gesto come segno di protesta contro l’amministrazione Trump. Ora, però, il presidente degli Stati Uniti ha deciso di prendere posizione: «Non penso che il suo atteggiamento sia appropriato», ha dichiarato a precisa domanda in un’intervista esclusiva a The Hill.

Paladina Lgbt

Megan Rapinoe, omosessuale dichiarata e attivista Lgbt, aveva già fatto discutere all’inizio dei Mondiali di calcio femminile attualmente in corso. La giocatrice fucsia-chiomata, infatti, aveva annunciato: «Probabilmente non canterò mai più l’inno nazionale. È una specie di “vaffa” positivo nei confronti dell’amministrazione Trump e di come si comporta con chi la pensa diversamente». E così ha fatto. D’altronde, la Rapinoe ha anche affermato che, in caso di vittoria del Mondiale, non ha la minima intenzione di recarsi alla Casa Bianca per festeggiare insieme al presidente Trump: «Non nascondo di avere idee completamente diverse da lui e non voglio fargli pubblicità», ha chiosato la calciatrice Lgbt.

Gli americani stanno con Trump     

Il presidente degli Stati Uniti, del resto, ha rivelato di essere un grande ammiratore della Nazionale rosa: «Adoro guardare il calcio femminile», ha detto sempre a The Hill, «le nostre donne hanno veramente un grande talento». Proprio per questo Trump ha interpretato come una nota stonata la scelta della Rapinoe di non cantare The Star-Spangled Banner, ossia l’inno americano. Ad ogni modo, già prima dell’inizio del Mondiale, l’annuncio della calciatrice Lgbt aveva fatto infuriare la maggior parte degli americani. Su Twitter, infatti, migliaia di utenti hanno pubblicato commenti come «Megan Rapinoe dovrebbe essere cacciata per la sua mancanza di patriottismo. Perché rappresentare una nazione che odi?», oppure «Megan Rapinoe non si merita di indossare la maglia della Nazionale. Non giocare con gli Usa se non li rispetti, non rappresentare gli Stati Uniti se li odi». Insomma, in questa disputa, gli americani stanno con Trump.

Elena Sempione

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2 comments

Benny 2 Luglio 2019 - 4:57

Che schifo queste depravate.

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paleolibertario 27 Luglio 2019 - 7:11

Questa è un frustrata, gioca a fare la rivoluzionaria ma è una servetta dei poteri forti.

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