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Luis Silvio, una storia anni ’80

by Roberto Johnny Bresso
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Roma, 04 gen – In questo nostro calcio che sta disputando la Supercoppa in Arabia Saudita con pochissimo pubblico, peraltro disinteressato (ma tanto non importa della forma, basta che arrivino i petrodollari), nella quale non facciamo nemmeno il minuto di silenzio per Aldo Agroppi, ma poi durante l’anno ci premuriamo di dipingere il viso di rosso ai calciatori per sensibilizzare contro la violenza sulle donne, fa però capolino una vecchia storia anni ’80. Poco conosciuta dai più giovani. Ma che merita di essere ricordata, per tenere bene a mente che il patrimonio di ogni club è la propria comunità e la propria tradizione storica. Sto parlando del brasiliano Luis Silvio Danuello.

“Chi era costui?”

Come Don Abbondio nei Promessi Sposi, riferendosi al filosofo Carneade, vi starete domandando “chi era costui?”. Ebbene, dobbiamo ritornare alla stagione calcistica 1980/1981: il calcio italiano era appena stato scosso dallo scandalo scommesse e da un fallimentare Europeo casalingo. L’interesse per il pallone era ai minimi termini. Ragion per cui venne deciso che ogni squadra di Serie A potesse tesserare uno straniero, dopo il blocco delle frontiere avvenuto nel 1966. La Pistoiese raggiunse per la prima e unica volta la massima categoria e quindi decise di buttarsi sul mercato esotico. Del resto chi meglio di un brasiliano sarebbe stato in grado di scatenare l’entusiasmo dei tifosi?

La presidenza toscana decise quindi di inviare in Brasile il vice allenatore in cerca di un attaccante di ruolo, che garantisse i necessari goal per tentare l’impresa della salvezza. Non si sa bene come, la scelta ricadde sull’ala destra ventenne del Ponte Preta Luis Silvio Danuello, pare incredibilmente equivocando sul termine “ponta”, che in portoghese indica un’ala e non il centravanti centrale!

Luis Silvio: il flop e le leggende

Costato 170 milioni delle vecchie lire giocò solamente per sei partite (con ovviamente zero goal), prima di sparire completamente già in autunno da tutti i radar. La Pistoiese retrocesse in Serie B ed il povero Luis se ne tornò da dove era venuto, continuando una carriera appena appena decente. Eppure questo passaggio a vuoto diventò un simbolo di quel calcio di allora, certamente artigianale e spesso dilettantesco, ma sicuramente vero. Non esistendo internet e visto che nemmeno la tv trasmetteva il calcio brasiliano, su Danuello iniziarono a diffondersi le voci più incredibili. Da quella di non essere realmente un calciatore, fino ad una fantomatica carriera da attore di film porno.

Rintracciato dalla Gazzetta nel 2007 smentì però tutto, come la leggenda che il Ponte Preta avesse organizzato un’amichevole farsa di modo da farlo risultare più forte di quanto fosse in realtà. Abbandonata l’attività calcistica nel 1989, si dedicò alla pasticceria di famiglia e divenne padre di due figli. Nel frattempo la Pistoiese ebbe una storia terribilmente travagliata, costellata anche da diversi fallimenti, con l’ultima rifondazione avvenuta nel 2024 con la squadra che ora milita in Serie D.

Un tuffo nel passato

La nuova gestione societaria ha quindi pensato di fare un tuffo nel passato, rintracciando il calciatore brasiliano per portarlo il 2 gennaio a Pistoia per celebrarlo con una giornata in suo onore, nella quale sarebbero state messe in vendita delle magliette raffiguranti la sua figurina Panini della stagione italiana. Risultato? Magliette polverizzate in pochi minuti ed oltre 150 tifosi (molti nemmeno nati nel 1980) a portarlo in trionfo! Lo stesso Luis Silvio si è detto molto stupito di tanto incredibile affetto.
Concludiamo con una curiosità: questa vicenda ha ispirato la figura di Aristoteles, il centravanti sconosciuto acquistato in Brasile dalla Longobarda nel film L’allenatore nel pallone.

Roberto Johnny Bresso

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