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Legge di bilancio 2025: una manovra che sa tanto di scommessa

by Walter Parisi
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Roma, 3 gen – Una manovra dall’iter a dir poco tortuoso, conclusosi proprio alla soglia dell’esercizio provvisorio, che prevede interventi totali per 30 miliardi di euro e un numeroso mostruoso (103 per la precisione) di provvedimenti attuativi delle misure introdotte. Potrebbe essere riassunta così la Legge di Bilancio 2025 appena approvata dal Parlamento. Ma è bene esaminarla nel dettaglio e trarre qualche conclusione di politica economica.

I provvedimenti di natura fiscale

La parte del leone l’hanno fatta i provvedimenti di natura fiscale che, da soli, hanno impegnato ben 17 miliardi. È stata prevista una revisione del taglio del cuneo che ha previsto, per i dipendenti con reddito fino a 20mila euro il riconoscimento di un bonus, mentre per quelli con reddito tra 20 e 40mila una detrazione con decalage. In ambito Irpef, invece, sono state stabilizzate le aliquote su tre scaglioni.

Molto interessante, è l’introduzione dell’Ires premiale per le imprese con una riduzione del 4% (dal 24 al 20%) per chi accantonerà almeno l’80% degli utili del 2024 e ne reinvestirà in azienda almeno il 30%. Riguarderà una platea potenziale di 18mila imprese per un totale di 11 miliardi di investimenti. Una misura molto interessante, come dicevamo, ma che richiederà il rispetto di cinque condizioni. Con il rischio di vedersi recuperare la misura agevolativa anche per la violazione di uno solo dei paletti imposti.

Sempre in tema fiscale è da registrare una decisa stretta alle detrazioni per gli interventi di recupero edilizio. Le ristrutturazioni e l’ecobonus restano al 50% per le prime case mentre scendono al 36% per le altre, con un tetto di spesa a 96mila euro. Idem per il sismabonus ma senza tetto di spesa. Prorogato il bonus mobili a 5mila euro. Sono state rinnovate fino al 2027 le agevolazioni sui mutui per l’acquisto della prima casa per gli under 36 e le giovani coppie. Previsto anche il bonus per elettrodomestici con un contributo massimo del 30% del costo. Stop alle detrazioni per la sostituzione degli impianti di riscaldamento con caldaie a gas.

Famiglia e Pubblica Amministrazione

Le misure a sostegno della famiglia hanno, invece, impegnato altri 6 miliardi. In particolare viene introdotto un assegno una tantum per incentivare le nuove nascite, pari a 1.000 euro, per ogni figlio nato o adottato a decorrere dal 1° gennaio 2025. Il beneficio (riconosciuto dall’Inps su domanda) sarà subordinato ad un Isee familiare non superiore a 40.000 euro annui, al netto dell’assegno unico e universale per i figli a carico. Sotto l’aspetto della Pubblica Amministrazione è stato previsto un blocco parziale del turn over ad esclusione di enti locali, Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco e ricercatori. La spending review dei ministeri, invece, ha previsto un taglio dei costi per 7,7 miliardi nel triennio 2024 – 2027.

Quelli sopra elencati sono i principali interventi apportati dal governo per il nuovo anno. Stando a quanto dichiarato dal ministro Giorgetti si tratta di una manovra in cui sono state apportate poche nuove risorse e che si gioca più sullo spostamento di quelle già stanziate. Nella speranza che inneschino un circolo virtuoso migliore del precedente. Ad esempio le buste paghe più ricche grazie agli interventi di natura tributaria (cuneo fiscale e consolidamento delle tre aliquote) trovano un contrappeso negativo nelle restrizioni alle detrazioni in materia di ristrutturazioni e interventi edilizi. Limitazioni che andranno a penalizzare le imprese edili e quelle dell’indotto.

La legge di bilancio 2025? Ci lascia perplessi…

Si tratta di una scelta di politica economica che lascia perplessi. Questo perché il sistema delle detrazioni consente di indirizzare parte della spesa delle famiglie e delle imprese verso settori specifici dell’economia nazionale. Mentre ingrossare le buste paga con maggiori disponibilità spendibili liberamente può creare un effetto moltiplicatore più esteso in un primo momento ma che rischia di esaurirsi più velocemente se non ben indirizzato, ottenendo l’effetto opposto a quello desiderato. Considerando poi i nuovi interventi palesemente contro la Pubblica Amministrazione (blocco parziale del turn over) e più in generale di taglio della spesa pubblica (spending review dei ministeri), il rischio di una manovra inutile (se non addirittura recessiva) è tutt’altro che recondito.

Peraltro è bene ricordare, come già accennato in premessa, che buona parte della manovra non sarà immediatamente applicabile. Ma richiederà un centinaio di provvedimenti attuativi senza i quali le previsioni di legge resteranno lettera morta. Quindi il governo se da un lato ha dimostrato grande coraggio e coerenza nel portare avanti il proprio programma presentato due anni e mezzo fa, dall’altro lato si sta muovendo su un terreno pericolosamente minato con decisioni rischiose che sanno tanto di scommessa. Non ci resta che sperare che siano scommesse vincenti, non tanto per Giorgia Meloni quanto per l’Italia intera.

Walter Parisi

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