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Accoltellò 5 persone tra cui un bimbo, il somalo Somane Duula assolto per infermità

by Cristina Gauri
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Rimini, 14 dic — Assolto per vizio totale di mente: è la decisione presa dal Tribunale di Rimini per Somane Duula, profugo somalo di 27 anni che l’11 settembre dello scorso anno accoltellò senza alcun motivo cinque persone sul filobus che collega Rimini e Riccione.

Il somalo Somane Duula assolto per infermità

Duula — che quel pomeriggio riuscì quasi ad ammazzare un bimbo di cinque anni, Tamin Abu Bakar, recidendogli di netto la carotide (il piccolo lottò per una settimana tra la vita e la morte) — resterà ricoverato al Rems di Reggio Emilia su disposizione del gip Raffaella Ceccarelli. Dalla perizia psichiatrica eseguita dal professor Renato Ariatti nominato dal pm Davide Ercolani è emerso che Somane Doula non era capace di intendere e di volere durante gli accoltellamenti, ritenuti un «gesto sintomatico» riferibile a un quadro psichico «delirante e grave» che non accenna a migliorare nemmeno con terapie specifiche. Il somalo è dunque ritenuto un individuo «socialmente pericoloso», per il quale era già stato ordinato il ricovero nella struttura psichiatrica di Reggio Emilia.

Il padre del bambino sgozzato: “Molto addolorati”

Grande delusione espressa da Sunny Abu Bakar, il padre di Tamin, che informato dell’assoluzione del somalo ha dichiarato: «Ci fa molto male questa decisione anche se sapevamo che sarebbe andata così. Il giudice non poteva decidere diversamente. Ma è doloroso comunque. Tamin sta molto bene ora ma la cicatrice di quella coltellata se la poterà addosso per tutta la vita».

Un mattatoio

Scene da mattatoio: così si può riassumere quel pomeriggio dell’orrore dell’11 settembre del 2021. Tutto iniziò sul filobus numero 11 che collega Rimini a Riccione. Le prime due vittime del furore bestiale di Somane Duula furono due donne, due controllori che si erano avvicinate al somalo chiedendo di poter verificare se fosse in possesso del titolo di viaggio. Per tutta risposta l’immigrato si era allontanato verso l’uscita estraendo un grosso coltello da cucina dallo zaino (che ne conteneva altri cinque, assieme a un paio di forbici) e aveva colpito le due funzionarie, la prima alla gola e all’avambraccio e la seconda al petto, provocando lesioni fortunatamente non gravi nonostante la prognosi di una delle vittime risultò essere di sessanta giorni.

Una scia di sangue

Non pago dei primi due accoltellamenti, di lì a poco Duula si sarebbe lasciato dietro una scia di sangue. Sceso dall’autobus aveva cercato di sottrarre il cellulare al proprietario di un auto parcheggiata nelle vicinanze, minacciando il conducente con un paio di forbici. Poi avrebbe rivolto la sua ferocia nei confronti di una ragazza nei pressi della vicina stazione del Metromare e una pensionata di 76 anni in viale Regina Elena, poco distante. Sempre nello stesso luogo, attimi prima di finire in manette, il somalo aveva accoltellato gravemente alla gola il piccolo Tamin. Le forze dell’ordine lo avevano bloccato sul vagone del Metromare, scongiurando il rischio che l’exploit di Duula si trasformasse in un nuovo episodio alla Kabobo. 

Cristina Gauri

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1 commento

fabio crociato 14 Dicembre 2022 - 2:24

Quadro clinico-psichico “delirante e grave”… perché, rispondete illuminati, scienziati, razionali e genì a tal punto di essere pure senza Madonna ?

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