E la si lincia, letteralmente la si flagella,Ā in un crescendo di invettive, addirittura Ā augurandole umanitariamente di “morire di dissenteria”, insieme a tutta la giunta di centrodestra in carica.Ā Morire di dissenteria, giĆ , in una Toscana governata dal PD in cui oggigiorno si muore di meningite ĆØ una aspettativa mortifera per la quale il politicamente corretto non prova alcun rimorso ma, anzi, la carica con un coloratissimo repertorio di contumelie. Fra le quali spicca l’insulto tipicamente classista per eccellenza a memoria d’uomo:Ā bifolca. Ā Colei che lavora e, pertanto, ĆØ meritevole del disprezzo classista, tipico della sinistra immigrazionista, si chiama Lucia Tanti. In questi giorni ĆØ passata sotto le forche caudine del politicamente corretto per un:Ā “Bentornata normalitĆ ”.
La normalitĆ ĆØ bentornata ad Arezzo dove da anni ed anni (come dappertutto in Toscana) era una chimera la possibilitĆ concreta di accessoĀ agli asili per i bambini figli di famiglie italiane in difficoltĆ economica. Quest’anno, contrariamente al trend che si era consolidato, il Comune ratificata una graduatoria in cuiĀ “dei primi 20 aventi diritto, 18 sono italiani”.Ā La qual cosa la titolare alle Politiche Sociali ha ritenuto degna di essere fatta notare e l’ha commentata senza neanche un pizzico di enfasi allorchĆ© in un post scrive “Bentornata normalitĆ ”. Alludendo cosƬ all’inclusione dei bambini provenienti da nuclei familiari italiani i quali prima non riuscivano ad ottenere punteggi sufficienti ad essere ammessi in graduatoria. Tanto basta per essere letteralmente aggredita. Neanche avesse sobillato una guerra tra poveri. Semmai ha messo in grado tutti di combatterla ad armi pari, italiani compresi. La reitĆ che le imputa il politicamente corretto ĆØ , però, appunto questa.
Pronubo il Facebook di un ex assessore della giunta di sinistra, ĆØ cominciata una canea politicamente corretta, all’inseguimento ideologico del fantomatico razzismo fantasiosamente insito nell’espressione “Bentornata normalitĆ ”, calata in un contesto in cui la titolare comunale alle Politiche sociali dĆ conto che, finalmente, ad Arezzo c’ĆØ una novitĆ in controtendenza nelle richieste ammesse ai servizi pubblici per l’infanzia. In altri termini: l’esclusione dei bambini italiani non ĆØ più una conseguenza di pragmatica. Oltretutto la conformitĆ della graduatoria stilata dagli uffici comunali in base agli Isee, non ĆØ messa in discussione daĀ “neanche un ricorso”.Ā Il PD, però, ĆØ in vena di sproloquiare e taccia la Tanti di oscurantismo. A dargli retta uno spettro si aggira nei meandri dei servizi comunali per l’infanzia: lo spettro dell’autoritarismo. Poi il PD si infigge un Pesce d’Aprile: Ā il suo capogruppo comunale si infrena nella foga. Finendo per dire qual ĆØ l’origine della delibera che ad Arezzo mette i nuclei familiari italianiĀ in condizione di non fare le spese dei crescenti flussi migratori nella domanda, sempre di più sproporzionata per eccesso rispetto all’offerta, Ā di servizi socio educativi destinati all’infanzia. Quella delibera l’approvò il PD. Nel lontano 2008. Da allora, quella delibera ha prodotto i suoi primi effetti grazie ad una assessore di centrodestra definita “bifolca” dalla canea anti italiana del politicamente corretto per la quale deve “morire di dissenteria”.
Felice Cini