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Coronavirus, Clementi: “Ma quale ‘mercato di Wuhan’, il virus non arriva dagli animali”

by Cristina Gauri
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Roma, 1 giu — La tesi del «mercato di Wuhan», secondo cui il coronavirus sarebbe stato trasmesso dagli animali agli uomini fa acqua da tutte le parti: lo sostiene il virologo Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano.

Clementi: il virus non ha origine zoonotica

Lo scienziato espone i propri dubbi in merito all’origine zoonotica del virus cinese. «E’ successo qualcosa che non doveva accadere». Il riferimento a una possibile fuga del virus è chiaro. «Ed è successo non perché un virus, come il Sars nel 2003, è passato attraverso il mercato alimentare cinese e attraverso vari animali ha infettato l’uomo» dice ai microfoni di L’imprenditore e gli altri su Cusano Italia Tv. «Il Sars-CoV-2 — spiega Clementi — ha una diffusività enorme, ma una mortalità relativamente bassa e questo ha generato dei dubbi e delle perplessità» sull’origine «naturale» della pandemia.

Non è il solo a pensarla così

Le dichiarazioni di Clementi vanno ad aggiungersi alle moltissime altre — tutte autorevoli — che nelle ultime settimane si sono espresse sull’origine del virus: la tesi del coronavirus nato in laboratorio, fino a poco tempo fa ferocemente censurata e dichiarata eretica, è ora sostenuta da un numero crescente di scienziati.

La ricerca che inchioda i cinesi

Tra di essi figurano il «guru pandemico» Anthony Fauci, e i due scienziati firmatari di una ricerca pubblicata sul Quarterly Review of Biophysics Discovery: si tratta dell’oncologo britannico Angus Dalgleish e il virologo norvegese Birger Sørensen. A quanto sostiene lo studio, gli scienziati cinesi avrebbero «creato» il Covid partendo da un virus prelevato in una grotta con pipistrelli, ottenendo una nuova proteina spike che lo ha tramutato nel Sars-Cov-2, il responsabile della pandemia. Secondo i due scienziati, il Covid non ha «antenati naturali credibili». Tesi sostenuta dallo stesso Clementi.

Per i due ricercatori, gli scienziati cinesi avrebbero poi «distrutto, nascosto e contaminato in modo deliberato i dati» nei laboratori cinesi nonché gli appunti, per «impedire agli scienziati che volevano condividere le loro scoperte di farlo». Secondo il Daily Mail, la ricerca è stata respinta da diverse altre riviste scientifiche di primo piano prima di essere pubblicata dal Quarterly.

Cristina Gauri

 

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fabio crociato 2 Giugno 2021 - 9:37

Dove domina l’ ateismo non si fanno troppi scrupoli a mascherare le porcate, non è una novità.

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