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Coronavirus, frontiere chiuse e voli cancellati: centinaia di italiani bloccati all’estero

by Eugenio Palazzini
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Roma, 11 mar – La cosiddetta zona rossa, o “protetta” come l’ha definita il premier Conte, non dovrebbe ammettere falle. E’ come un natante a cui è stato tappato un pericoloso buco che rischiava di fargli imbarcare acqua: basta un nuovo piccolo foro per farlo affondare. Così dalla zona rossa, che adesso non è altro che tutta la nostra nazione, non si può uscire se non per motivi particolarissimi. Molte persone però sono relegate in una surreale e per certi aspetti decisamente problematica altra “zona rossa”. Parliamo delle migliaia di italiani che in questo momento si trovano all’estero e che dovrebbero, o meglio vorrebbero, tornare a casa.

Italiani bloccati all’estero: ecco perché

Non tutti, ma buona parte di loro in questo momento sono bloccati altrove. Il motivo è presto detto: voli cancellati e frontiere chiuse non gli permettono di salire su un aereo per rientrare in Italia. E’ il caso ad esempio delle centinaia di persone costrette a restare, per il momento, in Spagna. In poche ore diverse compagnie aeree hanno infatti deciso di eliminare di colpo tutti i collegamenti con i nostri aeroporti. Ma altrettanti italiani non riescono a prendere un volo neppure dal Marocco o dalla Russia. E così non gli resta che attendere, soldi permettendo, o cambiare tragitto tentando magari di effettuare scali in altre nazioni. Oppure di raggiungere l’Italia via terra con auto, treni o altrimenti autobus della speranza.

Anche in questi casi però i problemi non mancano, considerato che Austria e Slovenia hanno chiuso le frontiere con l’Italia. In particolare la decisione più pesante è senza dubbio quella del governo di Vienna, che ha chiuso il Brennero ai treni passeggeri (quelli merci possono proseguire ma soltanto dopo il cambio del locomotore). Il virus è arrivato in tutte le nazioni dell’Unione europea e i casi aumentano ogni giorno, con una velocità a dir poco allarmante. L’Europa sta chiudendo l’Italia nella zona rossa, ma rischia di diventare un’unica zona rossa.

Eugenio Palazzini

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