Roma, 2 dic – Si chiama Andrea Muzii, ha 20 anni, è romano, studia medicina ed è il campione del mondo di memoria. Ha conquistato 8.170 punti ai campionati mondiali di memoria a Zhuhai, Cina, battendo 170 concorrenti proveniente da ogni parte del mondo. Le prove da superare richiedono la memorizzazione di immagini, carte da gioco, numeri, volti, nomi e parole. Andrea ha battuto il record di memorizzazione delle carte da gioco: 1829 in mezz’ora, con più di 35 mazzi mischiati e ricostruiti senza errori, battendo i due fortissimi concorrenti della Mongolia, Purevjav Erdenesaikhan (secondo con 7.203 punti) e Lkhagvadotj Batbayar (terzo con 7.112 punti).

Atleta della mente

Non è un dono naturale – spiega il ragazzo – occorre solo conoscere le tecniche di memoria, come l’antichissimo metodo del palazzo della memoria”. In pratica, si tratta di un metodo di miglioramento del ricordo che utilizza la visualizzazione di elementi per ricordare e organizzare le informazioni. Muzii, che definisce se stesso come “atleta della memoria”, ha cominciato ad allenare il proprio cervello solo due anni fa, nell’estate del 2017: “Volevo migliorare la mia memoria per le competizioni di cubo di Rubik da bendato e per studiare più velocemente, così con qualche video su YouTube ho imparato le basi delle tecniche senza però approfondire né fare pratica. All’inizio del 2018 ho ripreso il tutto, imponendomi di allenarmi (per modo di dire) memorizzando il più velocemente possibile 50 numeri ogni giorno così da diventare abile con la conversione fonetica con non più di 5 minuti al giorno”. A questa disciplina dedica “da mezz’ora fino a tre ore al giorno” di allenamenti, ai quale accompagna uno stile di vita sano: “Almeno 8 ore di sonno, dieta equilibrata, tanto sport e niente vizi”. Andrea gareggia da solo un anno, eppure ha già polverizzato ogni record. Ora la prossima sfida sarà a Dubai nel 2020, in occasione delle Memoriadi, le Olimpiadi dei campioni della memoria.

Cristina Gauri

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Classe 1977, nata nella città dei Mille e cresciuta ai piedi della Val Brembana, dell’identità orobica ha preso il meglio e il peggio. Ex musicista elettronica, ha passato metà della sua vita a fare cazzate negli ambienti malsani delle sottoculture, vera scuola di vita da cui è uscita con la consapevolezza che guarire dall’egemonia culturale della sinistra, soprattutto in ambito giovanile, è un dovere morale, e non cessa mai di ricordarlo quando scrive. Ha fatto uscire due dischi cacofonici e prima di diventare giornalista pubblicista è stata social media manager in tempi assai «pionieri» per un noto quotidiano sabaudo. Scrive di tutto quello che la fa arrabbiare, compresi i tic e le idiozie della sua stessa area politica.

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