Trento, 18 ott – Può un antico proverbio ladino che celebra la bellezza delle donne formose diventare di colpo un pericoloso anthem sessista? Certamente sì, siamo nel 2019, il Regno del Terrore instaurato da femminismi e progressismi vari è più vivo che mai: ci stupiremmo semmai del contrario. Il detto incriminato proviene dalla splendida Val di Fassa (Tn), e recita così: Na bela femena l’à l cul e l piet sot la pievia, ovvero: “Una bella donna ha il sedere e il petto sotto la pioggia, sporgenti”, ed è stato utilizzato, con il benestare dell’Azienda turistica della valle, da un bar del luogo, che lo ha stampato sulle bustine di zucchero per il caffè.
A fare la prima segnalazione è stata Paola Barducci, forestale e accompagnatrice di media montagna, originaria della Toscana e ormai trapiantata in Trentino. “Sembra di tornare al medioevo, una brutta rappresentazione della val di Fassa e del Trentino”, ha subito tuonato. E lei che ne sa di antichi proverbi ladini e dell’identità del Trentino? Le ha dato manforte il consigliere alle Pari opportunità Sara Ferrari (Pd): “Il primo provvedimento che chiediamo – prosegue Ferrari – è che la Commissione pari opportunità faccia ritirare questo materiale che usa un detto sessista per promuovere il territorio, che riporta il marchio ‘val di Fassa’ e rimanda al sito istituzionale dell’Azienda per il turismo”.
L’Azienda per il turismo ha mostrato di non farsi intimidire dai vittimismi femministi, che vorrebbero mettere la mordacchia all’espressione dell’identità millenaria di una valle: “Che i tempi siano molto cambiati e non rispecchino i detti di una volta, siamo tutti d’accordo. Ma questo non significa che la val di Fassa – dove le donne sono da sempre protagoniste della società, dello sviluppo turistico e impiantistico, degli sport di montagna e impegnate in politica con ruoli di spicco – debba dimenticare tradizioni e detti popolari che sono espressione di una lingua e di una cultura (millenaria) di minoranza, vissuta e tutelata“.
“Macché sessismo, quella bustina di zucchero l’ho vista molte volte bevendo il caffè e non ha nulla di sessista”, sostiene Elena Testor, di Cavalese, senatrice di Forza Italia. “E’ un detto fassano che, anzi, è un omaggio alle donne un po’ formose. Mi ha stupito questa polemica, anzi mi ha lasciato basita, perché in un momento in cui viene strumentalizzata la donna magra, dando un’immagine poco sana ai nostri giovani (…) credo che un omaggio alla prosperità ci stia”. Il sindaco di Moena Edoardo Felicetti ha preso una posizione neutra, spiegando che si tratta soltanto “di alcune bustine di zucchero”.
Cristina Gauri
4 comments
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Sta toscanaccia é andata a rompere i coglioni ai Ladini ?
rispeditela a casarenzi a calci nel culo , già si fa fatica
a salvare una lingua PIU’ antica dell’ Italiano …. e sta stronza ha pure da ridire !
su cunnu chi ta cuddau ! Salviamo anche la Lingua Sarda ……
Ma infatti cosa ci sarebbe di sessista in un detto che esprime apprezzamento per i corpi femminili? Appare sempre più chiaro che il termine ‘sessista’ ormai viene applicato a qualsiasi cosa offenda la sensibilità di una particolare donna, e non è altro che un tentativo di zittire il malcapitato di turno e imporgli un certo punto di vista, o sviare una critica (anche fondata).
Le femministe sono delle stronze. Iniziassero a comportarsi bene coi propri mariti pulite e la sera preparate la cena invece di andare a starnazzare per le piazze brutte stronze!