Evidentemente stiamo parlando di un modus operandi che, come sempre accade in Italia, non viene nemmeno lontanamente rispettato in quanto surclassato dalle solite molteplici logiche politiche e di spartizione di potere. Perciรฒ puรฒ pure accadere che una rappresentanza italiana partecipi agli โSport Accords World Gamesโ di San Pietroburgo, le Olimpiadi degli sport da combattimento, patrocinati dal Cio dove sono presenti oltre 150 nazioni, senza che venga data alcun risalto o sostegno a questo evento da parte di giornali o istituzioni.
Puรฒ accadere inoltre che un italiano di nome Emidio Barone, facente parte della nazionale federale Fimt, riporti nella Muay Thai la conquista della medaglia dโargento nella categoria 91 kg battendo per ko nei primi due match atleti blasonati dellโOlanda e della Turchia fino a perdere in finale contro un atleta russo che possiamo vedere nella foto sulla sinistra accanto a Vladimir Putin. Il Presidente russo non ha esitato a dare il suo appoggio mediatico e la sua partecipazione fisica ad un evento del genere presente nel suo paese dimostrando sia attaccamento ai propri colori nazionali sia interesse per lo sport in generale e per quello da combattimento in particolare. Non scordiamoci che lo stesso Putin รจ un praticante ed appassionato di judo. Ma il punto e le considerazioni da fare sono altre.
Se la piรน alta carica dello Stato va a rendere onore a due suoi atleti vincitori delle Olimpiadi di arti marziali, nella disciplina della Muay Thai in questo caso, vuol dire che esiste un interesse e una volontร di far crescere il mondo dello sport nazionale a 360 gradi senza escludere nessuno e senza avere preferenze dettate da interessi extra sportivi o al di fuori dellโorgoglio nazionale. Per la cronaca lโaltro combattente alla destra della foto รจ il fortissimo Levin giร campione mondiale ed europeo di Muay Thai ormai passato al professionismo ma che da contratto e rispettando un sano principio di devozione patriottica, continua a partecipare ad eventi internazionali amatoriali per difendere i colori nazionali.
Insomma, รจ una foto che fa male, come ci ha detto lo stesso direttore tecnico della nazionale Muay Thai Mauro Bassetti. โCi sarebbe da vergognarsi in Italia dal momento che non abbiamo ricevuto nemmeno due righe su qualche giornale o su qualsiasi altro organo dโinformazione a parte sui nostri siti internet federali o di settore. Eโ un atteggiamento che ci lascia con lโamaro in bocca. Nessuna autoritร o rappresentanza istituzionale e sportiva ci ha chiamato per ringraziarci di aver difeso il nome dellโItalia nella Muay Thai in un evento di carattere mondiale e dello splendido risultato ottenuto dai nostri combattenti che ci ha permesso di essere la settima nazione al mondo. Da anni facciamo sacrifici senza ricevere contributi da nessuno ma auto tassandoci e contando solo sullโaiuto di qualche sponsor amico o dei genitori degli atleti stessiโ.
Tra lโaltro gli unici contributi economici che il Coni fornisce sono indirizzati ad unโaltra federazione che conta molti meno iscritti eย senza gli stessi riconoscimenti internazionali della Fimt. Da anni infatti la Federazione Italiana Muay Thai aspetta il riconoscimento da parte del Coni nonostante in Italia e nel mondo riesca a rappresentare al meglio questo sport. Parole amare e tristi che colpiscono gli amanti di questi sport i cui praticanti raggiungono varie migliaia di unitร nonostante lโinesistente promozione e sostegno dato a questo tipo di discipline. Basti pensare alla trascuratezza in cui vengono lasciati tanti altri sport di grande tradizione che hanno fatto la storia dellโItalia, come il pugilato e la lotta. Anche qui mancano finanziamenti e incentivi ma soprattutto educazione sportiva.
โCi troviamo di fronte a un muro di gommaโ continua il maestro Bassetti โa logiche politiche che non riusciamo a scardinare nonostante tutto quello che vogliamo sia solo la crescita e lo sviluppo di questo sport. Invece siamo stati abbandonati in tutto. Esempio lampante รจ stata lโorganizzazione dei campionati europei di Muay Thai Ifmaย in Italia nel 2010 quando ci hanno chiuso tutte le porte in faccia per motivi politici e da Roma abbiamo dovuto ripiegare per una localitร minore a nostre spese. Ma noi siamo dei sognatori e non ci arrendiamo. Ci piace pensare che un giorno la Muay thai e gli altri sport considerati minori, anche se praticati da migliaia di atleti, possano ricevere la giusta e meritata visibilitร ”.ย E intanto Putin festeggia con i suoi campioni. Non possiamo che, con un poโ dโinvidia, dargli ragione.
Francesco Amato